È stato pubblicato, potremmo dire finalmente, il report dell’Osservatorio Inps sull’Assegno d’inclusione (Adi) e il Supporto formazione lavoro (Sfl), le due nuove misure che hanno “sostituito” il Reddito di cittadinanza. I dati riportati nel rapporto, è bene precisarlo, si riferiscono ai nuclei percettori di Adi da gennaio 2024 e ai soggetti beneficiari di Sfl da settembre 2023.
Emerge così che nei primi sei mesi del 2024 sono stati circa 698 mila i nuclei con domanda accolta di Adi, per un totale di 1,68 milioni di persone coinvolte, fortemente concentrate al Sud. L’importo medio mensile erogato è stato di soli 618 euro. I nuclei beneficiari si concentrano, come già accennato, principalmente nelle regioni del Sud e nelle Isole, raggiungendo il 69% del totale, seguono le regioni del Nord con il 18% e infine quelle del Centro con il 13%. Il numero medio di componenti familiari per nucleo risulta pari 2,4 persone, con un picco nel Mezzogiorno, dove il valore è pari a 2,6; per contro, il numero medio di persone nel nucleo risulta di gran lunga inferiore nelle regioni settentrionali dove è pari a 2,0. Di conseguenza, se nelle regioni del Sud e nelle Isole si concentra il 69% dei nuclei, l’incidenza sale al 74% in termine di persone coinvolte.
Nello specifico dei 625 mila nuclei interessati si deve evidenziare che in 260 mila sono presenti minori, in 239 mila disabili, in 297 mila persone di almeno 60 anni di età e “solamente” in seimila ci sono persone in condizioni di “svantaggio”. Vale la pena riflettere visti questi numeri se non sia da “ripensare” la condizione di svantaggio, magari anche ampliando il target potenziale dei beneficiari.
Allo stesso tempo, tra settembre e dicembre 2023 il numero di soggetti con domanda accolta Sfl è stato pari a 33 mila, mentre tra gennaio e giugno 2024 si sono avuti 93 mila richiedenti accolti. Complessivamente, è stato pari a 96 mila il numero di soggetti con domanda accolta Sfl dal primo giorno di erogazione della misura e fino al 30 giugno 2024.
Anche per questa misura i beneficiari si concentrano nelle regioni del Sud e nelle Isole, dove raggiungono il 78% del totale; seguono le regioni del Nord con il 13% e infine quelle del Centro con il 9%. La regione con il maggior numero di richiedenti accolti è la Campania (28%), seguita da Sicilia (18%), Puglia (12%) e Calabria (11%); nelle quattro regioni citate risiede il 69% dei soggetti.
Nel mese di maggio 2024, il numero di beneficiari Sfl è stato di circa 57 mila soggetti, di cui 32 mila donne e quasi 25 mila uomini. Da rilevare come ben il 50% dei beneficiari siano “maturi” con un’età compresa tra 50 e 59 anni e, quindi, probabilmente, poco reinseribili nel mercato del lavoro.
L’Italia, insomma, sembra, già, profondamente divisa sul piano socio-economico a prescindere dalle scelte istituzionali fatte in materia di “autonomia” più o meno differenziata. Da questa consapevolezza bisogna ripartire sapendo che il Paese, o la Nazione come preferisce dire Giorgia Meloni, cresce solamente se lo fa tutto insieme e se si riducono le disuguaglianze territoriali, ormai croniche, come anche i dati relative alle misure di sostegno contro la povertà (spesso non solo economica) ci confermano ancora una volta.
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