L’attacco di Mario Adinolfi ad Asia Argento ha scatenato la bufera su Instagram. Il leader del Popolo della Famiglia ha criticato aspramente l’ex compagna di Morgan in relazione al Gay pride di sabato a Roma, con l’attrice che ha dato vita ad un bacio lesbo con Vladimir Luxuria ed ha rilasciato dichiarazioni che hanno fatto rumore. Le sue parole non sono passate inosservate a detrattori e fan della figlia di Dario Argento e non mancano stilettate: «Le hai fatto i test o hai preso solo una foto a caso per alimentare le solite polemiche?», «Forza Asia. Coraggio», «Sei buono solo ad insultare, vergognati!». Per il momento Asia Argento non ha replicato, ma dati i precedenti non è da escludere un altro capitolo della diatriba che va avanti da diverso tempo. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ADINOLFI CONTRO ASIA ARGENTO SU INSTAGRAM

Mario Adinolfi è uno di quei personaggi che ogni tre parole che dice/fa, quattro polemiche crea: il giornalista cattolico e leader di Popolo della Famiglia aveva già duramente criticato negli scorsi giorni gli eccessi visti al gay pride di Roma, specie per la copertura che la stampa ha riservato in generale per la manifestazione LGBT ma con la foto di Asia Argento postata su Instagram si è guadagnato un’altra bella polemica social con tanti utenti scatenati contro gli attacchi lanciati da Adinolfi. Dopo il bacio lesbo con Vladimir Luxuria e i canti-balli sui carri in giro per Roma, l’ex moglie di Morgan si è lasciata andare ad una serie scatenata di pose e provocazioni, in rigoroso reggiseno in mezzo a tanti altri attivisti Lgbt: ecco che Adinolfi coglie la palla al balzo e si scatena contro una sua “vecchia conoscenza” (qui sotto capirete il perché, ndr) «Dicono che questa sia la libertà “inclusiva” cui dobbiamo tendere, con l’Occhio da Big Brother orwelliano a far il paio con quello perso della strafatta». La libertà sfrenata e provocatoria non è da oggi che la stessa cultura cattolica vi si oppone non come censura ma come testimonianza di un’altra possibile libertà nata dall’amore di una presenza che salva ed esalta l’uomo per quello che è e non per quello che “manifesta” o “rivendica”.

MARIO ADINOLFI VS ASIA ARGENTO: CAPITOLO SECONDO

Qui però Adinolfi forse non argomenta appieno e soprattutto utilizza il termine “strafatta” che rischia di riaccendere un vecchio “catfight” proprio tra il giornalista de la Croce e la stessa Asia Argento: nel pieno dello scandalo MeToo e delle denunce della figlia di Dario Argento contro Harvey Weinstein, la bella attrice rilasciò numerose interviste tra cui una a Carta Bianca dove raccontò la sua versione dei fatti. In quel frangente, Adinolfi pubblicò un commento su Facebook che venne poi bloccato dallo stesso social network: «La sensazione complessiva è che la Argento abbia cercato di trasformare un suo clamoroso errore giovanile in un’occasione positiva di immagine. Aver subito le attenzioni sessuali del potentissimo produttore Harvey Winstein controvoglia, senza reagire e senza denunciare, è senza dubbio un errore. Ora, la Argento qualifica l’episodio come “stupro” e in tutta evidenza stupro non è: ci sono infinite foto della ragazza molto sorridente accanto al presunto stupratore, finché era potente… Quando un maschio prepotente usa un elemento del suo potere, solitamente il denaro, per ottenere i favori sessuali di una donna che li mette a disposizione per un proprio vantaggio, quella non è violenza sessuale. Quello è uno schifo, sono d’accordo. Il maschio è un porco, sono d’accordo. Ma quella si chiama prostituzione». Venne querelato immediatamente dalla attrice e oggi, dopo esser stata definita “strafatta” Asia Argento potrebbe tornare alla carica contro il fondatore del Popolo della Famiglia. Da Orwell al Grande fratello, la cultura tutta pro-diritti e pro-trasparenza è tutta ancora da decostruire e criticare laddove vi sia la libertà di pensiero tale da non rimanere invischiati in banali e poco utili liti social..