Adolescenti sempre più aggressivi e violenti, non solo con episodi di bullismo a scuola nei confronti dei compagni e coetanei, ma anche con insegnanti e genitori. Per lo psichiatra infantile e terapista familiare Maurizio Andolfi la colpa è principalmente di un atteggiamento degli adulti, che in preda allo stress e all’ansia, diventano sempre più protettivi nei confronti dei figli, giustificandone così le azioni, anche quelle più estreme e inaccettabili.



Il medico, intervistato dalla rivista L’Espresso, fa un’analisi dettagliata dei problemi dei genitori, aggravati dopo il periodo della pandemia, e comportamenti a rischio per quanto riguarda lo sviluppo futuro dei ragazzi e dice “quelli che più mi appaiono vittime di un forte disagio psicologico sono gli adulti”, “il disorientamento generale e l’ansia, non sono in grado di trasmettere più i valori dell’impegno“. Tutto questo si traduce in una totale dipendenza degli adolescenti da internet e dalla visibilità, in un mondo fatto di vuoto, dove “manca l’uso della fantasia, perchè è tutto a portata di clic“, mancano “fatica, impegno e sacrificio positivo“, aggiunge Andolfi.



Lo psichiatra D’Elia: “genitori iperconnessi non offono confronti agli adolescenti”

Nell’analisi dei comportamenti sociali che caratterizzano gli adolescenti, interviene sulle pagine de L’Espresso anche lo psichiatra Antonello D’Elia, ribadendo i concetti già espressi da Andolfi in merito alle colpe dei genitori, soprattutto quelle di non trasmettere più valori morali e non rappresentare più un esempio da seguire, perchè a loro volta sono vittime del disagio e della dipendenza da internet e dalla visibilità che offrono i social.

I genitori iperconnessi non offrono un confronto costruttivo“, aggiunge D’Elia e spiega “il registro della tenerezza ha sostituito il conflitto” e non c’è più una dinamica di scontro a causa dell’inadeguatezza delle figure a cominciare dai ‘mammi’, fino ad arrivare ai ‘genitori amici“. Il conflitto è diventato virtuale, ed è una sostituzione, conclude lo psichiatra “che alimenta alcuni fenomeni come la violenza e il bullismo verso i coetanei“.