Dodicenni ricoverati in Pronto soccorso per coma etilico, ragazzi che precipitano da una scogliera dopo una serata in discoteca, giovani responsabili di gravissimi incidenti stradali… Sono solo alcuni dei fatti di cronaca, simili a tanti altri, che hanno affollato gli articoli dei giornali negli ultimi mesi.
Come ho spiegato nel mio libro “Adolescenti tra dipendenze e libertà” (San Paolo Edizioni), causa principale di questi avvenimenti sono l’indifferenza o l’impotenza degli adulti che, con diversi ruoli (dalla politica alle aziende commerciali, dalla scuola alla famiglia), non riconoscono con sufficiente serietà la gravità di fenomeni dilaganti tra le nuove generazioni come l’abuso di alcol e droghe.
Sia per le droghe che per l’alcol l’atteggiamento della nostra società sembra anzi quello di favorire, per noncuranza o interesse (come nel caso della cannabis), il consumo di queste sostanze, lasciando che gli adolescenti danneggino non solo il loro presente, ma anche il futuro.
Molte statistiche, tra cui quelle dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: in Italia il fenomeno dell’alcolismo è in crescita, parallelamente alla crescita dell’alcolismo giovanile. Un incremento legato a stili di consumo giovanile che abbiamo acquisito dai Paesi del Nord Europa: underage drinking e binge drinking, prima di tutto.
Di tutto questo, e della pericolosità dell’etanolo (il principio attivo delle bevande alcoliche) i nostri giovani non sanno nulla. Non sanno che l’iniziare a bere precocemente (underage drinking) apre le porte allo sviluppo di una grave patologia, l’alcolismo, che prima distruggerà il loro percorso scolastico, poi quello professionale e quello famigliare, arrecando enorme sofferenza a loro e alle persone che li amano.
Non sanno che anche un singolo episodio di consumo smodato di alcol anche solo in una serata (binge drinking) devasta migliaia di neuroni del loro cervello e può portarli alla morte per coma etilico su una barella del Pronto soccorso.
E non sanno tutto questo perché sono proprio gli adulti a latitare nel compito di informarli con completezza sulla base di aggiornate ricerche scientifiche, con interventi nelle scuole, nei luoghi di incontro giovanile, nei momenti di particolare rischio e fragilità come le vacanze natalizie o estive, in cui il monitoraggio della famiglia e della scuola vengono meno.
Bisogna tornare ad adempiere questo servizio educativo, con una presenza adulta costante, seria e motivata dal desiderio di insegnare ai giovani a scegliere tra due strade: tra quella della libertà vs. quella delle dipendenze, tra quella della salute vs. quella della malattia, tra quella dell’immaginare un futuro di realizzazione vs. quella del veder fallire i propri progetti, tra quella del costruire serenamente una famiglia vs. quella del distruggere la propria famiglia e la vita dei propri figli soccombendo all’alcol e ai suoi veleni.