L’Italia è indietro per reggere la sfida di triplicare la produzione di energia nucleare ma le imprese italiane sono avanti: netto Adolfo Urso. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ai microfoni del Messaggero ha spiegato che le aziende nostrane nel corso degli ultimi anni hanno continuato a sviluppare il settore nucleare laddove potevano farlo, cioè all’estero. Urso ha spiegato che l’obiettivo dell’Italia deve essere accelerare sulla fusione nucleare per centrare l’obiettivo nel 2050 e sarà messo a punto un piano in tal senso: “Con il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, siamo d’accordo sullo sviluppo di un Piano che parta dalla formazione, dalla ricerca, e quindi dallo sviluppo della tecnologia sul nucleare avanzato, pulito e sicuro. La terza generazione avanzata, con i piccoli reattori modulari, dovrebbe essere pronta nel 2030, mentre la quarta forse nel 2040. È indispensabile una programmazione ultradecennale che vada oltre anche i cambi di governo”.
Il punto del ministro Urso
Urso ha posto l’accento sull’intesa con altri partner europei e con investitori di Emirati Arabi e Arabia Saudita per spingere le estrazioni in Africa, ma anche sulla necessità di garantire al nostro Paese un’autonomia strategica sulle materie prime critiche che servono alla tecnologia green e digitale: “Su questo c’è un asse Italia-Francia-Germania. Ed entro il semestre spagnolo sarà approvato il regolamento Ue che ha come obiettivo di estrarre almeno il 10% delle materie prime critiche che serviranno all’Europa nel 2030. Vuol dire estrarre almeno cinque volte quello che consumiamo oggi, tra cobalto, litio, manganese o titanio, per citarne qualcuna”. Se per i panelli fotovoltaici si può fare affidamento sul grande polo dell’Enel catanese, per quanto concerne i chip si punterà sulla realizzazione di un nuovo progetto, una “ linea pilota” sempre a Catania nell’ambito di un bando europeo: “Si tratta di un centro sulla produzione di chip a carbone di silicio che servono al settore aerospaziale e all’automotive. Ma nel nostro Piano nazionale per la Microelettronica c’è anche una strategia precisa per attirare investitori dall’estero”. Urso è convinto di portare le grandi multinazionali dei chip a Roma: “Siamo sicuri di avere tutte le frecce necessarie al nostro arco. Nei prossimi giorni sarò in Giappone per raccogliere i primi frutti di un lavoro di oltre sei mesi in cui un mia task force ha presentato il nostro piano nazionale sulla microelettronica alle 80 più grandi multinazionali globali a Taiwan, Singapore, Corea del Sud, negli Usa e appunto in Giappone”.