Le adozioni nell’ultimo decennio sono nettamente in calo. I dati resi noti dalla Cai, la commissione adozioni internazionali, hanno dato l’allarme sul fenomeno. I motivi alla base di quest’ultimo sono diversi: dalle conseguenze del Covid-19 alla difficoltà nelle procedure, fino al ricorso sempre più frequente alla fecondazione assistita. A parlarne, in una intervista a Repubblica, è stato Paolo Limonta, maestro elementare e papà adottivo, oltre che nuovo presidente del Ciai, ovvero il Centro italiano aiuti all’infanzia.



“Sono molte le ragioni che hanno portato al crollo dei numeri”, ha precisato. Lo scenario per quel che concerne le adozioni internazionali è chiaro. “Per la guerra con la Federazione Russa si sono interrotte le relazioni diplomatiche, con l’Ucraina è tutto ancora molto difficile. La Cina dalla pandemia ha chiuso le frontiere. Diversi paesi dall’India alla Colombia al Brasile hanno potenziato l’adozione nazionale”. I bambini stranieri, in Italia, dunque, faticano ad arrivare.



Adozioni in calo: Paolo Limonta spiega perché

Le adozioni internazionali sono per cui in calo per motivi di forza maggiore, ma cosa accade a quelle nazionali? I dati del Cai rivelano che i bambini proposti alle famiglie hanno un’età media di 8 anni. Nel 70% dei casi, inoltre, hanno delle problematiche fisiche, anche se spesso facilmente risolvibili. “Ci vuole una enorme determinazione e dedizione, partendo dal principio che si tratta di dare una famiglia a un bambino e non viceversa. Ancor di più oggi che l’età media è più alta e i figli che arrivano sono, appunto, special needs”, ha sottolineato Paolo Limonta a Repubblica.



È per questo motivo che il presidente dei Ciai ha rivolto un appello affinché al fenomeno sia dato un lustro nuovo. “L’adozione è un percorso prezioso che va rilanciato e protetto. Con accordi internazionali di cui si dovrebbero occupare i governi, i ministeri degli esteri. E con un gran supporto alle coppie, proprio perché i bambini che arrivano hanno spesso vissuto in grave stato di abbandono. E i genitori se non sono sostenuti, aiutati, rischiano di andare in crisi”, ha concluso.