In Italia la denatalità sta iniziando ad essere un problema serio, ma oltre al fatto che alcune coppie decidono volontariamente di non avere figli, a causa delle incertezze sul futuro e poche risorse economiche, c’è anche il problema di chi vorrebbe scegliere la via delle adozioni, ma viene scoraggiato dall’iter burocratico e dalle lungaggini che spesso bloccano tutta la procedura, costringendo i potenziali genitori a rinunciare. Questo emerge anche da un’inchiesta di Milena Gabanelli, che sulle pagine del Corriere della Sera propone un’attenta analisi della situazione e pone l’attenzione su quali siano i maggiori ostacoli che oggi si presentano a tutti coloro che desiderano intraprendere la strada dell’adozione sia nazionale che internazionale.



I problemi principali per tutti riguardano le spese elevate e soprattutto le domande che restano senza risposta da parte degli enti. Molte di queste non vengono neanche esaminate per stabilire se la famiglia possieda o meno i requisiti richiesti dalla legge. Purtroppo, come sottolineato anche dalla Gabanelli, la comunicazione tra assistenti sociali, onlus e tribunali dei minori è veramente pessima. Nonostante siano numerosi i bambini in Italia in attesa di affido e pronti per l’adozione, infatti, spesso le famiglie vengono deviate verso l’iter internazionale perché di più facile accesso, anche se sempre complicato.



Le lunghe procedure per le adozioni nazionali ed internazionali

La procedura per l’adozione prevede che la famiglia abbia determinati requisiti, soprattutto economici e psicofisici. Tutte caratteristiche che vengono valutate dalla Asl di competenza territoriale, alla quale la coppia si deve rivolgere come primo passo per dichiarare la disponibilità. Una volta stabilita l’idoneità da parte del Tribunale dei minori, è possibile scegliere se adottare in Italia o all’estero. Due strade differenti con procedure diverse. Infatti, chi opta per l’adozione nazionale, deve attendere che il tribunale conceda l’affidamento del minore per un periodo di un anno, prima di concludere con il provvedimento definitivo. In questo caso, le spese sono a carico dello Stato, mentre le adozioni internazionali sono guidate dalle onlus, scelte in base al Paese nel quale si intende adottare.



Una volta fatta richiesta, ci si deve recare sul posto per incontrare il bambino e poi attendere l’autorizzazione congiunta da parte della commissione adozioni internazionali e dagli organi dello stato di origine del minore. Tutti e due gli iter presentano tempi lunghissimi e pratiche burocratiche che spesso si bloccano, lasciando le famiglie senza una risposta. Va detto che le domande ancora in attesa sono migliaia per tutte e due le scelte. Secondo la statistica, in media si impiegano dai due ai quattro anni per diventare genitori adottivi. Nei requisiti di base non è prevista l’adozione per i single e per le coppie dichiaratamente omosessuali, mentre per quanto riguarda l’età va dai 41 massimo per l’affido di neonati fino a 58 anni per adozione di ragazzi con età di 17 anni.