Seconda puntata per Adriano Celentano su Canale 5 e la tv di Berlusconi ha schierato Maria De Filippi, n. 1 negli ascolti televisivi con i suoi programmi, e Gianni Morandi. Una bocca di fuoco da fare invidia alla missione Desert Storm. Rispetto alla prima, la musica, le canzoni di Celentano l’hanno fatta da padroni. Finalmente. Era ora. Ma il risultato è stato comunque disastroso, 13,70% di share con 3.500.000 telespettatori. Probabilmente il pubblico scottato dalla prima serie e dalla prima puntata non ne vuole sapere di Adriano.



Prima di parlare di Adrian guardiamo un attimo il mondo Mediaset. Il questi giorni il suo responsabile finanziario, Marco Giordani,  ha annunciato che il gruppo sta in salute, che sono aumentati gli utili nonostante siano diminuiti  i ricavi a causa dei minori investimenti  pubblicitari, che si sta rafforzando in Europa per costituire la futura tv paneuropea, che gli ascolti van benissimo. I giornali amici fanno trapelare che c’ė una possibilità di conciliazione con Vivendi, e il titolo in Borsa sale.



Dopo il bagno di sangue con Mediaset Premium, i supercostosi diritti di calcio della serie A e Champions League e l’accordo stracciato da Bollorè, l’azienda ė passata ai ripari con una politica di contenimento costi che ha dato i suoi frutti. Questa, non so se qualcuno se lo ricorda, era stata presentata a Londra da Pier Silvio Berlusconi.

Ma da radio scarpa interna al Biscione trapela anche dell’altro. La redazione sportiva di Mediaset non esiste più, i giornalisti e la struttura produttiva inglobata nella testata News, i collaboratori a casa. Molto personale interno ė sollecitato ad andarsene con proposte monetarie non allettanti oppure stolkerizzati per uscire, ma, per assurdo, viene toccato il popolino e non la dirigenza. Trenta giornalisti della sede romana verranno trasferiti a forza a Milano, mentre il vecchio Mimun (pensionato, ma capo del Tg5) resta nella sua roccaforte capitolina. Il super direttore Liguori, pensionato, resta, a Brachino han tagliato la responsabilità ma resta. Dicono che l’umore interno non sia dei migliori, visto che sembra di stare a Nottingham dove il popolo era depredato per arricchire i potenti. Ma qui non c’è né Robin Hood e neppure ritornerà  il Re Riccardo Cuor di Leone (leggi Silvio Berlusconi). Mediaset è comunque un’azienda privata a differenza di mamma Rai e si può comportare come vuole.



Passiamo ad Adrian. Se era stato un tonfo mesi or sono, perché doveva andare meglio ora? Pare che dalla prima puntata a Cologno Monzese si aspettassero una media del 22% di share, ma ciò non ė avvenuto, si ė fermato al 15%. Pura illusione per giustificare i 28 milioni di euro già spesi. Ai limiti della piaggeria l’idea di circondare il Molleggiato con i cinque superconduttori tv, di cui i tre in scuderia pare siano stati obbligati. Se il contenuto non c’è non si può far nulla. Celentano si propone come ai tempi di Fantastico, ma il mondo ė cambiato e anche la tv. È vero che Greta dovrebbe pagargli le royalties per l’affaire ecologia, ma non se ne può più. Non parliamo minimamente del cartone animato che il cantante aveva definito come la sua Bibbia. Adriano dovrebbe solo cantare. Con Mina. E dal vivo. (Potrebbe essere una proposta).

Ieri sera c’è  stata una svolta, come dicevo all’inizio. Questa seconda puntata è partita alle 21:47 con Adriano con chitarra e “Una carezza in un pugno”, ma è troppo breve e dice la sua cazzata in milanese: rebelot = ribelle, invece il significato è caos. Poi un rapido rock’n’roll dei suoi e arriva Maria che gli racconta la storia della sua vita, sembrava C’è posta per te, lo guida come una badante e parte “Il ragazzo della via Gluck”. Ė sempre Maria che  introduce Gianni Morandi che arriva cantando “Ti penso e cambia il mondo” e Adriano si accoda. E nasce la domanda al pubblico in studio: Celentano deve solo cantare o deve parlare? 

Per fortuna parte “Pregherò” con ovazione e baci e abbracci dal pubblico. È Maria che guida, grande! Si passa ad “Azzurro”.  E alle 22:38 fascia pubblicitaria. Chiaro che altre interruzioni avrebbero smontato il ritmo della serata, ma sorge spontaneo un quesito: c’è stato un ritorno  pubblicitario?

Al rientro l’attore Alessio Boni (appena andato in onda sulla Rai interpretando il film tv su Enrico Piaggio) fa da prologo al cartone animato.  E qui mi fermo. Giudizio aldilà degli ascolti: finalmente Celentano ha cantato.

Ultima nota da una dritta di radio scarpa interna a Mediaset. Il programma viene registrato al martedì, ma Celentano se lo tiene fino al giovedì sera prima della messa in onda per vederlo, rivederlo, riririvederlo ed eventualmente operare cambiamenti. E in ultimo, la cassetta del programma non resta a Mediaset, cioè i diritti sono stati comprati per un solo passaggio. A una cifra folle quindi.

Se per Giordani gli ascolti sono buoni, non sembra invece nella realtà: la nuova fiction Oltre la soglia è un bel tonfo, non per la qualità, ma perché il pubblico di Canale 5 è  ormai abituato solo a Rosy Abate e Squadra Antimafia. Se non ci fosse la brava De Filippi con i suoi programmi a salvare la rete, Canale 5 avrebbe già chiuso. Altri spifferi dal web dicono che la nascente Apple Tv stia contattando la Sig.ra Costanzo. Sarà  vero? Altra domanda: ma che valore aggiunto, leggi programmi, porterebbe Mediaset nella tv paneuropea? La d’Urso, Chiambretti, Ciao Darwin?