“Quello che sta succedendo in questi giorni su tutte le televisioni, su tutti i giornali, mi indigna: dovevano farlo prima, non ora che è morta”. A parlare ai microfoni dell’Adnkronos è Adriano Aragozzini, noto manager e produttore italiano che ben conosceva Raffaella Carrà. Proprio per lei, infatti, nasce questo lungo sfogo: “Ora la osannano come una diva, come non era mai successo e non avevano mai fatto, ma gli artisti, i veri grandi, vanno celebrati da vivi, non da morti”, ha aggiunto. E ancora: “Soffro a vedere cosa succede. Paginate sui giornali, hanno ridato in tv ‘Carramba che sorpresa’, ma la Rai non poteva pensarci prima? Non sarebbe stato bello per lei vedersi riconosciuta in vita per la sua grandezza?”. Aragozzini ha tenuto a sottolineare l’importanza di un’artista come la Carrà: “Raffaella non è stata un’artista bravissima e di successo, no: è stata un fenomeno sociale.”
Adriano Aragozzini, nel corso dell’intervista, ha infatti ricordato come molte sue ‘prime volte’ in Tv sono poi diventate un cult: “Tutto quello che lei ha fatto, la pancia nuda, come si muoveva, come ballava, come recitava, prima che lo facesse lei non esisteva, e dopo diventava di moda. Per non parlare di quello che lei ha fatto nel mondo”. Il successo all’estero è stato, d’altronde, esorbitante: “Io sono stato colui il quale l’ha instradata al successo in Spagna e il Sudamerica -ha spiegato – All’epoca, lei era fidanzata con Boncompagni, ed era lui che le faceva da manager. Anche lui è stato un piccolo genio, il grande merito di Gianni è stato quello di capire che lei era una grande artista e le sue potenzialità di successo come cantante, ballerina, entertainer televisiva”. Così ha concluso con un suo personale ricordo: “Era un’artista che riconosceva il merito delle persone che collaboravano con lei,. Anche in questo, era sui generis. Sapeva sempre con chi parlava, e ringraziava non solo a parole ma con i fatti”