Adriano Giannini si è sposato all’inizio di agosto con Gaia Trussardi all’Isola d’Elba, nella villa di famiglia a Marciana Marina. È stato un matrimonio poco tradizionale, molto ristretto”, racconta l’attore raggiunto dalle pagine di Grazia. “In passato ho detto che non m’interessava sposarmi? Ora sono molto contento”, aggiunge. L’attore romano ha trovato l’amore ed è presente alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare un film di cui è il protagonista, Vivere di Francesca Archibugi (fuori concorso e in uscita il 26 settembre) e ha da poco finito di girare Tre piani di Nanni Moretti, tratto dal romanzo dell’israeliano Eshkol Nevo, nelle sale nel 2020. Prima di diventare attore per tanti anni ha lavorato come operatore cinematografico: il set è un posto in cui si sente sicuro e ne conosce tutti i segreti. Proprio per questo, durante le riprese del suo ultimo lavoro, tra una pausa e l’altra ha chiesto alla regista di poter girare qualche scena: “Un altro regista si sarebbe indispettito, ma Francesca, che è una donna accogliente, me l’ha concesso e mi sono divertito”. Proprio come Totò di “Nuovo Cinema Paradiso”, da piccolo – avendo una madre doppiatrice – giocava con gli spezzoni di pellicola che non servivano, frantumati in piccoli pezzi, presenti nella sala di montaggio.
Adriano Giannini racconta la morte di suo fratello Lorenzo
“Ma non sono cresciuto a pane e cinema. – dichiara Adriano Giannini – Anzi, a 17 anni volevo andarmene via da Roma e scappare da un momento difficile”. Era l’anno in cui ha perso suo fratello Lorenzo (morto nel 1987 per un aneurisma). “Mio fratello se né andato quando ero in un’età molto delicata, 17 anni”, aggiunge. “Non sei mai pronto, non sei mai corazzato per affrontare una perdita così, non puoi mai esserlo, ma lo sei ancora di meno a 17 anni. Allora da una parte mi sentivo grande, prendevo l’auto e andavo in giro senza patente, ma in realtà ero un bambino”. L’attore frequentava l’ultimo anno di scuola, perché era un anno avanti. La mia prima reazione, di fronte alla morte del fratello, è stata la fuga: sostenere l’esame di Maturità e poi andarsene via dalla casa della sua infanzia, partire un po’ all’avventura negli Stati Uniti, facendo qualsiasi cosa. “Ma proprio quando me ne stavo andando, hanno proposto alla mia mamma di firmare la regia di un film (…) Ho chiesto a mia madre di trovarmi qualsiasi lavoro sul set per guadagnare qualcosa: non volevo chiedere soldi per il viaggio in America. E nella troupe mancava l’assistente dell’aiuto dell’operatore. Così ho iniziato a lavorare per il cinema. Dopo quel film, complesso, perché io e la mia mamma non eravamo certo usciti dalla tragedia di mio fratello, se mai se ne può uscire, la stessa troupe mi ha richiamato”.
Il trasferimento a Milano per amore
Adriano Giannini adesso che si è sposato ha deciso di trasferirsi a Milano. Quando torna a Roma alloggia a casa del padre Giancarlo Giannini: “Abita nella stessa via dove vivevo io. Non so se è contento di avermi, spero di sì. Ogni tanto mi guarda strano in famiglia siamo abituati a essere indipendenti. Insomma, non è che uno di noi faccia la colazione per I ‘altro. Chi ha una vita solitaria si abitua poi a stare per conto suo. Ma è divertente vivere qualche giorno insieme, si crea una strana convivenza”. Spostarsi da Roma a Milano è stata una scelta d’amore: “Gaia e io abbiamo trovato una casa che ci piace molto (…) Non ho ancora capito come sia Milano. Quando esco di casa non so dove andare, non conosco le strade e mi sembrano un po’ tutte uguali, perfino l’architettura degli edifici. Non ci sono salite e discese, orientarsi è più difficile e giro come uno scemo con le mappe. Cammino, ma soprattutto prendo la metropolitana, che a Milano funziona davvero (…) La verità è che a Milano non voglio vivere per sempre, magari solo fino alle Olimpiadi Invernali del 2026. Poi io e Gaia ci trasferiamo in campagna, in mezzo alla natura, che è il mio sogno”.