Adriano Giannini: “Somigliavo a mio padre? Detestavo me lo dicessero”

Adriano Giannini, figlio di Giancarlo Giannini e Livia Giampalmo, si racconta a tuttotondo ai microfoni del Corriere della Sera a cominciare dalla somiglianza con il padre: “Da adolescente detestavo che me lo dicessero. Una volta tirai un piatto di rigatoni in faccia a uno“.



L’attore è stato poi colpito da un grave lutto, la perdita del fratello: “Dopo la maturità, l’ho fatto per undici anni. Il primo film è quello di mia madre, Evelina e i suoi figli. La storia, autobiografica, di una donna con due figli. Ero disposto a fare qualunque lavoretto sul set, senza avere competenza. Non avevo idea di cosa fare. Volevo guadagnare qualche soldo per andare in America a imparare l’inglese. C’entrava anche la perdita di mio fratello Lorenzo, morto per aneurisma cerebrale. Eravamo molto legati, le vacanze insieme, le risate e le litigate. Rimasi anestetizzato dal dolore, cercai di andare avanti senza pensarci, mi buttai tra le maestranze dei set. Vedevamo il girato prima del regista”.



Adriano Giannini: “Ho fatto una lunga gavetta”

Giannini, ai microfoni del Corriere della Sera, ha parlato dei due infortuni avvenuti durante la sua carriera cinematografica: “Due frittate in Il talento di Mr Ripley. Una scena sfocata, e un’inquadratura di Cate Blanchett dove si scollò una lente dello zoom. Tremai, bianco come un lenzuolo.

E ancora: “Minghella, il regista, rifece le due scene senza dirmi una parola. Come operatore ho fatto anche due film semi hard, con attrici porno insopportabili, nemmeno buongiorno dicevano, dopo due ore altro che testosterone, vedevo solo lo squallore. Ho fatto una lunga gavetta. Ricordo Olmi, un alchimista, costruiva i filtri per l’effetto notte. Mi sono meritato il diritto di appartenere al mondo del cinema“.