ADRIANO PANATTA RICORDA GIAMPIERO GALEAZZI A DOMENICA IN

“E’ un docufilm e poi anche una serie che andrà su una piattaforma”, ha spiegato Adriano Panatta, ospite oggi di Domenica In, parlando di “Una squadra” diretto e prodotto da Domenico Procacci. Insieme a Paolo Bertolucci ha ricordato non solo la loro amicizia ma anche i momenti sportivi. “Io sono fatto così,  c’era più spensieratezza. Non è solo questione di età, l’ambiente era più spensierato e ci prendevamo molto meno sul serio e quello che stava intorno, anche i giornalisti, ci volevano bene. Si stava bene e ci siamo divertiti”, ha ammesso.



A proposito di giornalisti, non poteva mancare il filmato di Giampiero Galeazzi: “Con lui abbiamo iniziato la nostra carriera, lui ci ha sempre seguito. Era un fuoriclasse. Io cucinavo per lui”, ha commentato Panatta che ha svelato di aver avuto modo di lavorare con Galeazzi. (agg. di Emanuela Longo)

CHI È ADRIANO PANATTA, TENNISTA CHE HA SCRITTO LA STORIA ITALIANA DI QUESTO SPORT

Adriano Panatta ha scritto la storia del tennis italiano, ancora oggi lui e Nicola Pietrangeli sono gli unici tennisti uomini ad avere vinto almeno un torneo del Grande Slam ed inoltre Panatta fu il leader del gruppo che, insieme a Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli (con Pietrangeli capitano non giocatore) vinse l’unica Coppa Davis della nostra storia. Tutto successe nel leggendario 1976, l’anno d’oro nella carriera di Adriano Panatta, aperto dal successo agli Internazionali d’Italia e proseguito con i trionfi al Roland Garros e appunto in Coppa Davis.



Nato a Roma il 9 luglio 1950, Adriano Panatta vinse in totale dieci titoli in singolare nel circuito maggiore, il primo nel 1971 a Senigallia, ma anche ben diciotto in doppio, di cui fu eccellente interprete, generalmente in coppia con Paolo Bertolucci (anche in Coppa Davis). Nei tornei del Grande Slam ebbe quasi sempre le maggiori soddisfazioni al Roland Garros, sulla amata terra rossa: oltre alla vittoria del 1976, ricordiamo le due semifinali del 1973 e del 1975, mentre a Wimbledon spiccano i quarti di finale che raggiunse nel 1979, pure con un grande rimpianto ammesso dallo stesso Adriano Panatta a causa della sconfitta contro Pat DuPrè dopo essere stato in vantaggio per due set a uno.



ADRIANO PANATTA: IL MITICO 1976 E LA COPPA DAVIS

La leggenda di Adriano Panatta però resta legata in modo indissolubile al 1976. Tutto cominciò a Roma, con il brivido di ben undici match-point annullati a Kim Warwick, avversario al primo turno degli Internazionali d’Italia: la favola avrebbe potuto finire subito, invece Panatta visse la gioia di vincere il torneo di casa, battendo in finale Guillermo Vilas. Dopo Roma naturalmente Parigi, anche al Roland Garros curiosamente dovette annullare un match-point all’avversario del primo turno, Pavel Hutka, per dare inizio a una marcia trionfale sino alla vittoria in finale contro Harold Solomon per conquistare quello che ancora oggi è l’ultimo nostro Slam maschile.

Infine la Coppa Davis: l’Italia vinse per 1-4 a Wimbledon contro la Gran Bretagna (con due successi in singolare di Adriano Panatta) e 3-2 a Roma contro l’Australia (una vittoria in singolare e una in doppio per Panatta) per arrivare alla finale, che fu contro il Cile a Santiago. Dopo il successo in semifinale, in Italia cominciò un dibattito circa l’opportunità di partecipare alla finale in Cile, dove c’era la dittatura di Pinochet. La Federazione italiana tennis autorizzò la partecipazione. Nel doppio Adriano Panatta decise di giocare con una maglietta rossa in omaggio alle vittime della repressione di Pinochet, convincendo il suo compagno Paolo Bertolucci a fare lo stesso. Dal punto di vista sportivo non ci fu storia, l’Italia si impose 4-1 con l’unica sconfitta giunta a Coppa Davis già vinta: Adriano Panatta si impose in entrambi i suoi singolari contro Patricio Cornejo e Jaime Fillol e nel già citato doppio con Bertolucci contro gli stessi due avversari.