Adriano ha voluto scrivere una lettera a cuore aperto dedicata a Vila Cruzeiro, la favela di Rio de Janeiro in cui l’ex star del mondo del pallone è nato e in cui lo stesso ex calciatore dell’Inter è tornato a vivere dopo aver abbandonato il calcio. Adriano viene considerato da molti addetti ai lavori come uno dei più grandi talenti sprecati del rettangolo di gioco se non il più grande di tutti, tenendo conto dei numeri che aveva dimostrato con la casacca nerazzurra.



Era un centravanti completo, dotato di tecnica, potenza e velocità ma come molti altri suoi colleghi che si sono persi, gli mancava forse la cosa più importante, la testa. Adriano ha spiegato perchè non è mai riuscito a “rigare dritto” e lo ha fatto in questa lunghissima lettera aperta che è stata pubblicata nelle scorse ore dal sito di Eurosport. Adriano ricorda infatti come la morte del padre, sopraggiunta quando lui aveva 22 anni e quando stava appunto per sbocciare, lo abbia segnato definitivamente e ancora oggi non è riuscito a superare quell’evento drammatico.



ADRIANO: “SONO IL PIU’ GRANDE SPRECO”

L’Imperatore, così come veniva soprannominato proprio per la sua forza e la sua potenza, oggi a 42 anni, e nonostante alcuni suoi quasi coetanei giochino ancora, vedi Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, lui ha appeso le scarpe al chiodo da un bel po’. Nella missiva si definisce senza troppi giri di parole una “promessa mancata”, ma anche “il più grande spreco del mondo del calcio”, aggiungendo che adora sprecare la vita e sta bene così.

Adriano ci tiene a precisare che non usa droghe, anche se sono molti quelli che lo associano agli stupefacenti, e nel contempo racconta di non essere un criminale, “anche se avrei potuto esserlo”. E’ certo invece che adora bere e lo fa tutti i giorni, in quanto non gli piace dare delle spiegazioni “agli altri”, anzi forse una spiegazione c’è: “Non è facile essere una promessa incompiuta”.



ADRIANO: “LA PRIMA VOLTA CHE PROVAI LA BIRRA…”

Ha quindi raccontato la storia di suo papà, che odiava coloro che bevevano e a riguardo ha ricordato un episodio di quando aveva 14 anni, una festa e un bicchiere di birra in mano: “aveva un sapore speciale”, scrive l’ex bomber, ma quando il papà l’ha visto “è andato fuori di testa”, gli ha preso il bicchiere e l’ha buttato per terra.

Ma quella tattica non funzionava con Adriano, e allora papà Mirinho ha optato per un’altra via: “Toglieva la dentiera e la metteva dentro il mio bicchiere”, aggiungendo: “Mi manca tantissimo”. L’ex centravanti dell’Inter ricorda anche gli anni più bui della sua vita, quando scappò dall’Italia per rintanarsi proprio a Vila Cruzeiro. “Sono venuto a nascondermi qui e nessuno mi ha trovato”. Del resto è impossibile ritrovare qualcuno in una favela visto che tutti coprono tutti e nessuno ovviamente parla.

ADRIANO: “LA STAMPA ITALIANA ERA IMPAZZITA”

“La stampa italiana era impazzita”, ricorda ancora l’Imperatore, aggiungendo che anche la polizia di Rio aveva provato a cercarlo, dicendo che era stato rapito. “Figurati se qualcuno mi farebbe del male qui”. Adriano ha cercato l’indipendenza di cui aveva bisogno “non ce la facevo più in Italia”, visto che appena usciva di casa aveva le telecamere puntate addosso, ma non solo, “un furbo, un truffatore o qualche rompiscatole”.

Adriano ricorda di aver provato a fare ciò che gli chiedevano all’Inter, da Moratti a Mancini, passando per Mourinno “ma non riuscivo”, alternando momenti in cui stava bene, ad altri in cui arrivava la ricaduta “e tutti mi criticavano, non ce la facevo più”. Ora a Vila Cruzeiro è tranquillo, nella sua favela può girare senza maglietta o scalzo, ascolta la musica, balla con i suoi amici e dorme per terra e soprattutto “vedo papà in ogni vicolo”. Per Adriano quella favela non è il posto più bello al mondo “ma è il mio posto”.