Adriano Pappalardo si è raccontato in compagnia delle moglie Lisa e del figlio Laerte a Citofonare Rai 2. Il cantante ha parlato dei momenti più duri e di quelli più belli della sua vita, dall’infanzia fino al successo. “Di alti e bassi ne ho avuti tanti, ma mi sono sempre rialzato”, ha ammesso. Al suo fianco ci sono sempre stati i genitori. “Io sono nato a Lecce in una famiglia straordinaria. Erano umili, ma non mi hanno mai fatto mancare nulla. Quando li ho persi è stato terribile. Morì prima papà. Non feci neanche una serata. Poi la mamma mi convinse ad andare sul palco, perché gli avrei dato una gioia”.
È proprio il padre che fu uno dei suoi fan più grandi, ma non da subito. “La prima volta che decisi di cantare mi tirò una scarpa. “Non vuoi studiare? Vuoi cantare, con la voce che ti ritrovi?”, mi disse”, ha ricordato. Poi però si rese conto che suo figlio faceva sul serio. “La prima soddisfazione nel 1979, all’Arena di Verona. Mi vide cantare dal vivo e mi disse che era fiero di me. Fu il mio più grande premio. Diceva a tutti che ero il numero uno”.
Adriano Pappalardo: “Papà non voleva cantassi, poi fui suo orgoglio”. Il ruolo di nonno
Adesso Adriano Pappalardo, oltre che papà, è anche nonno di Leon. “È pazzesco, più dolce col nipote che con me”, ha raccontato Laerte nel corso della puntata di Citofonare Rai 2 di cui sono stati ospiti. “Quando è nato mio nipote non avevo l’età di adesso, non volevo essere chiamato nonno. Era brutto, mi seguivano una marea di ragazzi. Volevo essere chiamato Adriano. Adesso mi chiama nonno e mi sciolgo”, ha ammesso il cantante.
Al suo fianco in questa magica esperienza c’è anche la moglie Lisa. “Abbiamo vissuto 38 anni di fidanzamento, poi le ho chiesto di sposarmi. Il mio rapporto con le donne? È stato come quello di tutti gli uomini di successo, che anche se sono degli sgorbi vengono desiderati da tutte”, ha concluso.