“Sono scelte che si maturano. Una volta ne ho parlato a tavola con la mia famiglia ed è sembrato stranissimo a tutti”, così Adrien Candiard ha parlato della sua decisione di lasciare la politica con Strauss-Kahn per diventare frate dominicano a Oggi è un altro giorno: “Ho scelto di farmi frate dominico perchè mi piaceva parlare. La politica è l’arte della parola, ma ho riflettuto su cosa era importante parlare e parlare di Dio mi sembrava più importante di tutto”.



“Adesso vivo in Egitto, al Cairo, quando dico messa in arabo Dio lo chiamiamo Allah. Ogni tanto sento in Europa parlare di Allah e di Dio, ma è questione di traduzione”, ha aggiunto Adrien Candiard: “Ero felice, ma è passato tanto tempo. Non ho lasciato la politica con l’idea che fosse una brutta vita, ma ho pensato ci fosse qualcosa di più bello”. Il frate ha aggiunto: “C’è qualcosa nella parola di Dio per affrontare questa crisi. Il genere apocalittico è fatto per darci una mano nei periodi di crisi. Per questo ho voluto rileggere un brano apocalittico, un discorso di Gesù che all’inizio fa paura ma che alla fine annuncia la vittoria di Dio. Gesù non ci dà un calendario sulla fine del mondo e tutte le speculazioni a questo proposito sono assurde. C’è chi cerca di sfruttare i drammi di oggi, ma anche Gesù ignora il calendario della storia umana”. (Aggiornamento di MB)



Adrien Candiard, chi è il frate domenicano

Adrien Candiard sarà ospite di Serena Bortone nella puntata di oggi, martedì 2 maggio, di Oggi è un altro giorno. Nato a Parigi nel 1982, figlio di Bernard Candiard, che è stato capo del Servizio d’informazione governativo con il premier Lionel Jospin e poi consigliere politico del presidente François Mitterrand, e di Catherine Garandeau, docente d’inglese. Dopo l’Ecole Nationale 4 Supérieure, ha partecipato alle primarie presidenziali nella squadra di Dominique Strauss-Kahn, che mollò a metà della corsa.

Nel 2006 ha deciso di entrare nei Domenicani: “Ci sono arrivato da adolescente. Leggendo i libri di storia, mi sono imbattuto in Bartolomé de Las Casas, il missionario spagnolo difensore degli indios. Ho pensato: ma questa è casa mia!”, ha detto al Corriere della Sera. Dal 2012 vive al Cairo e lavora per il Centro Domenicano di Studi orientali (Institut dominicain d’études orientales – Ideo) ed è priore del convento del suo ordine.

Adrien Candiard: i libri e il teatro

Grazie al libro “Sulla soglia della coscienza”, Adrien Candiard ha vinto il Prix de la liberté intérieure. Nel 2017 ha conseguito il Prix des libraires religieux per il volume “Veilleur, où en est la nuit?” (La speranza non è ottimismo). Il frate ha scritto anche la pièce “Pierre et Mohamed”, in cui immagina un dialogo fra il domenicano Pierre Claverie e il suo autista Mohamed Bouchikhi, assassinati insieme in Algeria nel 1996: lo spettacolo è andato in scena più di 1.700 volte in teatri, cattedrali e moschee di mezzo mondo. Claverie, vescovo di Orano, fu beatificato nel 2018. Recentemente ha pubblicato il libro “Qualche parola prima dell’Apocalisse”: “La gente non vuol sentirne parlare, ma l’Apocalisse le entra in casa con la tv. “Il Covid se ne andrà” ed è ancora qui. “La guerra in Ucraina finirà” e invece si avvicina un conflitto nucleare. “Il clima si aggiusterà” ma non si torna indietro. È solo l’inizio delle catastrofi future. Il tragico è entrato nel mondo. I credenti non sono a loro agio se gli ricordi Matteo, capitolo 13. Preferiscono le Beatitudini”, ha spiegato al Corriere della Sera.