Adua Veroni era considerata da Luciano Pavarotti la donna della sua vita, almeno fino a quando nella vita del tenore non è arrivata Nicoletta Mantovani. Quello tra la prima moglie e Pavarotti è stato un grande amore coronato dalla nascita di tre figlie al punto che lui, quando parlava della donna che aveva deciso di sposare diceva: “L’Adua è la donna della vita. Questa è la donna che diventerà mia moglie, ho pensato la prima volta che l’ho vista […] A volte il cuore impazzisce che nemmeno il debutto in America”. Il tempo, però, cambiò quel rapporto che sembrava unico e indissolubile. Nella vita del tenore arrivò la giovane Nicoletta Mantovani per amore della quale Pavarotti decise di dare una svolta alla sua vita formando con lei una nuova famiglia, ma Adua Veroni è sempre stata una presenza importante nella vita del tenore (aggiornamento di Stella Dibenedetto).



Adua Veroni: moglie di un uomo che è poi diventato un mito

Adua Veroni è stata la prima moglie di Luciano Pavarotti. I due si sono sposati all’età di venticinque anni e hanno subito iniziato a costruire la propria famiglia. Adua Veroni, insieme al marito, attraverso la sua fase di maggiore successo. Gli resta vicino diventando sua agente. Un ruolo molto delicato e tutt’altro che semplice per la moglie di Luciano, che però ha sempre saputo restare nell’ombra ed occuparsi di lui. “Occorreva mettersi nell’ottica di dedicare totalmente la propria vita ad un uomo che ad un certo punto della sua carriera è arrivato a diventare un mito, un’icona – le sue parole al Resto del Carlino –. Una cosa che ti stravolge la vita, che ti mette a dura prova sotto ogni punto di vista […] Oltre ai mille impegni, eravamo sempre in mezzo a tante persone; amici, artisti, ammiratori. Non c’era un attimo di intimità”.



Adua Veroni, la prima moglie di Luciano Pavarotti

Adua Veroni è stata la prima moglie di Luciano Pavarotti, il tenore celebrato nel documentario diretto da Ron Howard e trasmesso in esclusiva venerdì 24 aprile 2002 in prima serata su Raiuno. Una serata dedicata ad un grande mito della musica italiana nel mondo, capace con la sua voce, di conquistare le platee internazionali al punto da diventare “Big Luciano”. Accanto ad un grande uomo per ben 41 anni c’è stata una donna altrettanto grande: si tratta di Adua Veroni, la prima moglie del tenore e madre delle sue tre figlie Lorenza, Cristina e Giuliana. Non solo, Adua ha condiviso con Luciano anche molto del suo lavoro visto che è stata la sua agente. Un duplice ruolo che non è stato affatto semplice per la donna che, ad un undici anni dalla scomparsa di Pavarotti, si è raccontata in un lunga intervista rilasciata a Il Resto del Carlino: “significa dover dedicare totalmente la tua vita ad un uomo che ad un certo punto della sua carriera è arrivato a diventare un mito, un’icona. Una cosa che ti stravolge la vita, che ti mette a dura prova sotto ogni punto di vista”.



Adua Veroni: “con Luciano Pavarotti non c’era un attimo di intimità”

Un amore lungo 41 anni quello tra Adua Veroni e Luciano Pavarotti che improvvisamente è diventato un mito mondiale. Ricordando quel periodo, la donna ha dichiarato: “oltre ai mille impegni, eravamo sempre in mezzo a tante persone; amici, artisti, ammiratori. Non c’era un attimo di intimità”. Poi la vita di Adua è stata irrimediabilmente scossa dall’arrivo di una nuova donna: Nicoletta Mantovani più giovane di 34 anni. Adua era convinta che fosse una semplice sbandata per il marito, ma invece poco dopo si è resa conto che tra Nicoletta e Luciano c’era molto di più. “È stato un momento difficile per la mia vita. È stato un brutto colpo e per qualche aspetto anche il completamento di una trasformazione di Luciano. Era diventato un mito e lo sapeva” – ha ricordato la donna che ha sottolineato – “si era circondato di un sacco di gente. Insomma era cambiato irrimediabilmente”. Adua e Luciano si sono riavvicinati però durante l’ultima fase della vita del tenore quando si è ammalato: “nell’ultima parte della sua vita, quando la malattia lo aveva ormai aggredito. Mi ha ricercato e io, per quel che ho potuto, gli sono stata vicino”.