Tutti i voli aerei negli Stati Uniti sono stati bloccati, ieri mattina, a causa di un problema tecnico nel sistema informatico della Federal Aviation Administration (FAA), sembra a partire dalle 4:00 fino alle 9:00 Eastern Time (14:00 GMT). Tuttavia, si è dovuti aspettare fino alle 6:30 per aver contezza dell’accaduto quando la FAA ha annunciato che ciò era stato causato da un guasto notturno al suo sistema NOTAM (Notice to Air Missions).
Quest’ultimo costituisce una parte essenziale del sistema di controllo del traffico aereo in quanto fa sì che i voli possano decollare in sicurezza. Più in dettaglio, un NOTAM è un avviso contenente informazioni essenziali per il personale interessato alle operazioni di volo. Indica lo stato anomalo di un componente del National Airspace System (NAS), non lo stato normale. Prima di iniziare un volo, difatti, i piloti sono tenuti a consultare i NOTAM, che elencano i potenziali impatti negativi sui voli. Le informazioni possono arrivare fino a 200 pagine per i voli internazionali a lungo raggio e possono includere elementi come chiusure di piste, potenziali congelamenti, avvertenze generali sui rischi di uccelli od ostacoli di costruzioni a bassa quota.
Come conseguenza di tale guasto informatico, ieri mattina, lo spazio aereo più trafficato del mondo, quello sopra gli Stati Uniti, non si è aperto come avrebbe dovuto e ciò rappresenta il primo evento di questo tipo dall’11 settembre 2001. Circa 3.704 voli, in entrata o in uscita dagli Stati Uniti, difatti, sono stati ritardati, secondo il sito FlightAware.com, mentre 558 sono stati cancellati. La maggior parte dei ritardi si è concentrata lungo la costa orientale.
L’ultimo tweet della FAA (@FAANews) delle 14:50 (08:50 EST), l’ultimo quando è stata scritta questa nota, riportava il seguente aggiornamento, il numero 5, disponibile anche sul sito della stessa Agenzia: “le normali operazioni di traffico aereo stanno riprendendo gradualmente negli Stati Uniti a seguito di un’interruzione notturna del sistema di avviso alle missioni aeree che fornisce informazioni sulla sicurezza agli equipaggi di volo. Il fermo a terra è stato revocato. Continuiamo a esaminare la causa del problema iniziale”.
Il disservizio che ne è derivato per i passeggeri, per le compagnie di linea e per gli esperti del settore aereo si è presto riverberato in esplicite critiche rivolte all’Amministrazione Biden e al Segretario dei Trasporti, Pete Buttigieg. Molti account sui social media hanno postato dei messaggi in cui veniva evidenziato che “non ci sono scuse” per un simile fallimento.
In questa situazione, la responsabile dell’Ufficio stampa della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, twittava: “Il Presidente è stato informato stamattina dal Segretario dei Trasporti in merito all’interruzione del sistema FAA. Non ci sono prove di un attacco informatico a questo punto, ma il Presidente ha ordinato al DOT [Department of Transportation] di condurre un’indagine completa sulle cause. La FAA fornirà aggiornamenti regolari”.
Finora non si è in grado di verificare se ci sia stato “evidence of a cyberattack“, così come lo sembra escludere, almeno fino ad adesso, il Presidente Biden, ma è indubbio che il disservizio che si è creato nello spazio aereo più importante, a livello globale, non può essere sottaciuto. Esso dimostra, in primo luogo, tutta la vulnerabilità del più complessivo cyberspazio che oramai permea la vita quotidiana, anche reale, di milioni di persone. Un secondo aspetto da sottolineare, non meno importante del primo, è che il forte disservizio sia già stato utilizzato, e sempre più lo sarà nelle prossime ore, in campagne di disinformazione aventi l’obiettivo di screditare l’Amministrazione Biden e il Segretario dei Trasporti, così come è possibile desumere dai messaggi già ora postati sulle piattaforme dei social media e su diversi siti impegnati in attività di disinformazione. Come già visto in precedenti occasioni, le attività condotte nello spazio informazionale possono essere più insidiose e virulente di quelle relative alla sicurezza informatica, oppure possono far leva su di esse per moltiplicare il loro effetto dirompente nelle società attuali, caratterizzate da un rischio di fallimento digitale sempre imminente. Tutto ciò, senza contare gli ingenti aspetti economici legati a tale “disastroso” evento, ça va sans dire.
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