Lezione di geografia e di geopolitica. Domanda: perché un aereo che deve andare da Baku a Grozny dopo che ha avuto “gravi problemi” (la cui natura pare sia dovuta a effetti di contraerea) invece che atterrare nel più vicino aeroporto prima del Mar Caspio è stato mandato oltre, fino alla steppa kazaka del Mangystau? Non è che forse qualcuno ha pensato che sarebbe stato bene che si inabissasse nel Caspio, evitando così tanti problemi?
Se a Grozny non poteva atterrare per una tempesta di neve, questa non c’era dove sarebbe avvenuto l’incidente. Inoltre, alla prima versione fornita, secondo la quale tutto sarebbe stato causato da uno stormo di uccelli, potevano credere solo degli sprovveduti. Infatti i problemi causati dagli uccelli possono avvenire solo in fase di partenza o di atterraggio, cioè a quote relativamente basse, non a 8mila metri, dove è difficile che possano volare anche gli angeli.
Onore agli eroici piloti che sono riusciti comunque a portare l’aereo oltre il Caspio e a compiere un atterraggio di emergenza che ha permesso di salvare la vita a quasi la metà dei passeggeri.
Onore ai soccorritori kazaki del piccolo aeroporto di Aktau, che incuranti del pericolo li hanno messi in salvo e subito ricoverati nell’ospedale pediatrico che si trova non lontano dall’aeroporto.
Forse questa è più che una lezione di geografia e geopolitica. È una lezione di eroismo da parte di uomini che certo non passeranno alla storia ma che, una volta di più, anche grazie a un aiutino venuto dal cielo, quello con la C maiuscola, ci insegnano che la salvezza non viene dai potenti.
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