Le forti raffiche di vento (oltre 75 nodi) che si sono abbattute nelle scorse ore sulla provincia di Palermo hanno causato danni, oltre che in città, anche all’aeroporto “Falcone e Borsellino”: una parete in cartongesso intorno alle 22.30 di ieri è crollata nel terminal, costringendo i passeggeri che erano lì in attesa al fuggi fuggi. Anche all’esterno si sono registrati dei problemi, con alcune recinzioni a protezione di un cantiere tra i gate 1 e 8 che hanno ceduto. La struttura è stata immediatamente evacuata, come da piano di emergenza. Gran parte dei voli previsti in partenza sono stati cancellati, mentre sei di quelli in arrivo sono stati dirottati a Catania.
La Gesap, la società di gestione dei servizi a terra dello scalo, ha comunicato che fortunatamente non ci sono stati feriti. Soltanto tanta paura, dunque, per coloro che si trovavano nella struttura al momento del crollo. Dopo alcuni controlli, lo scalo è tornato ad essere operativo all’2.50 di notte.
Aeroporto Palermo: panico e danni a causa del forte vento
La Gesap ha chiarito in un comunicato quanto accaduto all’aeroporto di Palermo nella notte di giovedì 31 marzo: “Raffiche di vento fino a 64 nodi hanno causato danni rilevanti alle strutture interne e d esterne del terminal passeggeri, interessato da diversi cantieri di lavori. La forte intensità del vento ha causato la rottura della porta a vetri di uno dei gate al piano inferiore dedicato agli imbarchi. Il vento si è fatto spazio con forza verso l’interno del terminal, abbattendo la parete divisoria con pannelli di cartongesso (cesate) utilizzati per delimitare i cantieri di lavoro”, si legge nella nota della società che gestisce lo scalo siciliano.
La situazione a partire da questa mattina sembrerebbe comunque essersi sistemata e la struttura è tornata operativa, anche se nelle prossime ore le condizioni meteorologiche potrebbero nuovamente peggiorare. La Protezione Civile, come riportato da Ansa, ha diramato una allerta gialla per il maltempo su 10 regioni: Umbria, Lazio, Campania e Molise, su gran parte di Basilicata, Puglia e Calabria, sul settore orientale dell’Emilia-Romagna e su quelli occidentali di Abruzzo e Sicilia.