GOVERNO DRAGHI IN CARICA PER GLI AFFARI “CORRENTI”: COSA SIGNIFICA

«Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti»: questa semplice frasetta sentita centinaia di volte per chi anche distrattamente avvezzo alle pratiche politiche, può celare al suo interno una vasta gamma di azioni che un esecutivo può mettere in campo dopo le proprie dimissioni e fino all’insediamento del successivo Governo. Ecco, quella “frasetta” è stata riutilizzata questa mattina dopo le dimissioni irrevocabili presentate dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, al termine del “flop” sul voto di fiducia al Senato il 20 luglio: il comunicato del Quirinale dopo il colloquio Draghi-Mattarella recita infatti, «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti».



Nel prosieguo della giornata è arrivato subito il Decreto di scioglimento delle Camere, con dunque il ritorno a Elezioni anticipate scelte in Consiglio dei Ministri (con l’ok e controfirma del Quirinale) per la data del 25 settembre: invocando gli “affari correnti” per il Governo Draghi dimissionario, il Presidente della Repubblica ha di fatto sottolineato come l’esecutivo fino all’insediamento del nuovo Parlamento avrà la possibilità di mantenere il controllo delle funzioni “ordinarie” senza per questo abbandonare le varie “emergenze” che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi due/tre mesi. Come spiega il costituzionalista Alfonso Celotto al “Corriere della Sera”, secondo la prassi della Carta «c’è un’autolimitazione del governo che non ha più la pienezza dei poteri. Non ha capacità programmatica». Per questo motivo non possono essere composti disegni di legge, ergo la Manovra di Bilancio, ma neanche decreti legislativi (come riforma giustizia e fisco) salvo eccezioni dettate da scadenze immediate, come i progetti del PNRR. Di contro però il “contorno” dato dal Colle al Governo uscente, spiega la Ministra della Famiglia Elena Bonetti, potrà consentire all’esecutivo di operare su tre macro-aree emergenziali: «Covid, Ucraina e PNRR».



AFFARI CORRENTI, COSA POTRÀ FARE IL GOVERNO DRAGHI PRIMA (E DOPO) LE ELEZIONI ANTICIPATE

Non solo, sempre secondo la prassi costituzionale dettata dallo scioglimento delle Camere, il Governo in carico per il «disbrigo degli affari correnti» non potrà effettuare nomine: «Si concludono le attività già in corso e, al bisogno, si affrontano imprevisti. In caso di emergenza si possono emanare decreti legge», conclude Celotto ribadendo come il Premier dimissionario Mario Draghi, «che resterebbe in carica fino al giorno del giuramento del nuovo governo, compirebbe un atto esplicito di autolimitazione». Il Presidente Mattarella, intervenendo in un breve discorso alla nazione, ha motivato la scelta estrema del voto e spiegato i contorni degli “affari correnti” del Governo dimissionario: «È noto che il Governo, con lo scioglimento delle Camere e la convocazione di nuove elezioni, incontra limitazioni nella sua attività. Dispone comunque di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno nei mesi che intercorrono tra la decisione di oggi e l’insediamento del nuovo Governo che sarà determinato dal voto degli elettori».



In aggiunta, ha osservato sempre il Capo dello Stato, il Governo Draghi avrà il dovere di non permettersi “pause” negli «interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale», della guerra in Ucraina, la pandemia e pure «l’attuazione nei tempi concordati del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno». In Cdm, annunciando la data del 25 settembre per le Elezioni, il Premier Draghi ha spiegato ai Ministri «dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia». Inoltre, ha concluso il Presidente del Consiglio recependo l’invito del Colle, «dobbiamo portare avanti all’implementazione del PNRR anche per favorire il lavoro del Governo che ci succederà». Secondo il costituzionalista e Presidente emerito della Consulta Sabino Cassese, «Vi sono molti obblighi internazionali che sono dietro sia al disegno di legge sulla concorrenza, sia per il PNRR. Il governo, nel curare gli affari correnti, deve attuare i decreti delegati»: non solo, qualora dopo il voto ci volesse un tempo di maturazione molto lungo – come avvenuto nel 2018 – per la formazione del nuovo Governo, «la Manovra di Bilancio 2023 potrà essere redatta dal Governo dimissionario».