La Procura di Modena riapre l’inchiesta dei presunti pedofili della Bassa risalente a 22 anni fa. Il pm Giuseppe Amara deve valutare se ci sono nuovi elementi che chiariscano i punti oscuri della vicenda. Il fascicolo è stato aperto su iniziativa del procuratore capo Paolo Giovagnoli dopo che sono stati presentati tre esposti. Non ci sono indagati, né sono previsti interrogatori e convocazioni, ma si intende analizzare la documentazione relativa all’inchiesta che portò all’allontanamento di 16 bambini dalle loro famiglie. Il sospetto è che ci sia un legame con il caso di Bibbiano e lo scandalo degli affidi illeciti. Il caso ritorna di attualità e si lega all’inchiesta “Angeli e Demoni” perché dal centro “Hansel e Gretel” provenivano le psicologhe che interrogarono anche i bambini dell’inchiesta sui “Diavoli della bassa modenese”. «Trattandosi di fatti di più di vent’anni fa, può darsi pure che eventuali reati siano prescritti», ha precisato Giovagnoli alla Gazzetta di Modena. Dopo l’esposto dell’ex senatore Carlo Giovanardi ne sono arrivati altri tre, quindi si sta cercando di capire cosa sia successo all’epoca dei fatti.



AFFIDI ILLECITI, LEGAME TRA MODENA E BIBBIANO?

Intanto la vicenda di Bibbiano e dei presunti affidi illeciti in Val d’Enza si arricchisce di nuovi capitoli. Spuntano le parole di un’assistente sociale che ha rivelato di aver falsificato rapporti su alcune situazioni familiari per indirizzare lo stesso Tribunale dei Minori ad affidare i bambini a figure terze. La donna ha collaborato ammettendo i propri addebiti e sostenendo di aver falsificato alcuni report per pressioni subite dai superiori. Una situazione che la spinse nel settembre 2018 a chiedere il trasferimento in un altro settore dei servizi sociali. E poi emerge il caso della Procura di Reggio Emilia che aveva avvertito il Tribunale dei Minori di Bologna riguardo il fatto che alcune relazioni sui bambini sottratti alle famiglie della Val d’Enza potessero presentare anomalie. L’alert del pm riguardava in particolare un bambino coinvolto nell’inchiesta “Angeli e Demoni” che venne affidato ugualmente in comunità, dove è rimasto fino agli arresti dei 18 indagati nelle settimane scorse.



BIBBIANO, GIUDICE MINORILE IGNORÒ ALLARME PM

Secondo quanto riportato dal Messaggero, la pm Valentina Salvi ha scritto al giudice minorile Mirko Stifano dimostrando con atti che quanto indicato dai servizi sociali non era vero. Il Tribunale però non tenne conto di quelle segnalazioni. La comunicazione, che era stata preceduta anche da telefonata, fu classificata come urgente per impedire un provvedimento basato su relazioni false. La Procura regina dimostrò anche che il padre a cui stava per essere sottratto il bambino non aveva condotte penalmente rilevanti, comunque tali da giustificare un provvedimento come l’affido del figlio ad una comunità. Ma il piccolo fu comunque allontanato dai genitori. Dalle intercettazioni è emerso anche che la dirigente del servizio sociale della Val d’Enza, Federica Anghinolfi, avrebbe valutato per alcune coppie di associazioni Lgbt di una città del Sud un affido a tempo indeterminato, come una sorta di adozione, a fronte della manifestazione da parte degli aspiranti genitori omosessuali di potersi affezionare ai piccoli.

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