Il dramma di Bibbiano e degli affidi illeciti gestiti in Emilia sembra non finire mai: anche oggi, grazie al Resto del Carlino, emerge un nuovo caso e una nuova denuncia sulla quale gli inquirenti dovranno con cura dettagliata passare in rassegna tutti gli elementi onde evitare di aggiungere al dramma dei bambini strappati ai genitori anche eventuali “false piste” emerse dall’improvvisa voglia e necessità di denuncia. Quanto però successo ancora a Bibbiano, stante gli elementi presenti al momento, ha molto poco l’impressione di essere una “bufala”: stiamo parlano di due fratelli di 2 e 5 anni che hanno già assistito al peggio possibile nella loro pur brevissima vita sulla Terra. Spiega il legale della famiglia a cui sono stati tolti quando erano piccolissimi: «strappati ai genitori da un giorno all’altro senza un motivo specifico, affidati per un anno ad una famiglia e poi, quando avevano ormai sviluppato vincoli di affetto con gli affidatari, tolti anche a questi (con l’accusa di abusi sessuali) per essere collocati in una struttura a 80 chilometri da casa». Dopo 4 anni i due fratelli sono stati restituiti a papà e mamma originari visto che il Tribunale dei Minori ha finalmente riconosciuto che non vi erano le fragilità tali in quella famiglia da giustificare l’allontanamento: ecco, peccato che erano passati 4 anni e il danno per quella famiglia sarà difficilmente risarcibile.



AFFIDI ILLECITI BIBBIANO, “STRAPPATI” BIMBI SENZA MOTIVO

«Due fratellini che dovranno intraprendere un lungo percorso di cura per superare i traumi psicologici ingenerati dal modo in cui i Servizi Sociali della Val d’Enza li hanno sballottati», racconta ancora l’avvocato Stefania Plancher ai colleghi del Resto del Carlino nel giorno in cui depositerà alla Procura di Reggio Emilia l’esposto-denuncia con l’intera storia nata da un paesino vicino a Bibbiano, a Sant’Ilario. L’ordine di disgregazione di quella famiglia è giunto nell’ottobre 2015 su diretta volontà Federica Anghinolfi, responsabile dei Servizi Sociali e principale indagata nell’inchiesta “Angeli e Demoni”. «Erano nutriti e vestiti normalmente, andavano a scuola, non subivano maltrattamenti o trascuratezza. La famiglia era compatta e aveva già allevato un ragazzo. C’era solo una fragilità caratteriale della madre, seguita dal Csm di Montecchio, ma i suoi problemi erano sotto controllo»: non c’era motivo di allontanarli di getto ma gli psichiatri l’hanno definita una madre non idonea e dopo la morte della nonna sono passati all’attacco tramite i Servizi Sociali. «Non c’è un’analisi della presunta inadeguatezza genitoriale, non si coglie un interesse dei bambini a essere allontanati. Il Tribunale si è fidato dei Servizi e non ha chiesto approfondimenti, non risultano nemmeno visite psicologiche. La legge è chiara: l’affido deve essere l’estrema ratio. Ma qui mancava tutto: il progetto quadro, il piano d’affido… Non facevano nemmeno i verbali dei nostri incontri. Ci sono state discrezionalità pura e gravissime negligenze operative», spiega ancora l’avvocato al Resto del Carlino facendo emergere una storia impressionante e inquietante. Poi l’ennesimo dramma quando ovvero i bimbi, accolti dai genitori affidatari, lamentano la forte mancanza dei genitori in alcuni episodi risultato anche molto disperati: «Gli affidatari chiesero invano per mesi aiuto ai Servizi, l’unica cosa che ottennero è una denuncia per abusi sessuali», spiega l’avvocato Plancher. Ricorsi e segnalazioni sono stati fatti per mesi, rilancia il legale, «ho inutilmente scritto al sindaco di Sant’Ilario Moretti e all’assessore Bizzarri, a quello di Bibbiano Carletti… anche al sindaco di Reggio». Nulla di che fino all’intervento del Tribunale dei Minori che finalmente prende sul serio la vicenda dopo che ormai i bimbi erano stati spediti ad una comunità legata ai terapeuti del Centro “Hansel e Gretel” e seguiti da medici e psicologi tutti già indagati per il scandalo di Bibbiano. I bimbi sono tornati a casa ma, conclude l’avvocato, «Nel 2015 erano sani, oggi sono altamente traumatizzati per la rescissione del legame familiare, hanno un conflitto di realtà e sono terrorizzati dal perdere di nuovo i genitori».

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