Nel corso del 2023, i turisti hanno trascorso quasi 679 milioni di notti – di cui 546 nei primi nove mesi – in alloggi in affitto a breve termine nell’UE prenotati tramite piattaforme come Airbnb, Booking, Expedia Group o TripAdvisor. Ciò corrisponde a un aumento del 13,8% rispetto al 2022 (596,5 milioni). Si può quindi parlare di una vera e propria esplosione del fenomeno degli affitti brevi sul territorio europeo stando a questi numeri pubblicati da Il Mattino. Nonostante i dati dovrebbero far esultare favorendo il turismo, fa storcere il naso a Bruxelles la mancanza di dati certi circa la sua reale consistenza. Ed è forse questo che ha portato l’UE a intensificare la stretta.



Come riporta Italia Oggi il 18marzo il Consiglio dell’Unione europea ha approvato il regolamento sulla “Raccolta e condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione di alloggi a breve termine”. Si tratta dell’ultimo passaggio formale prima della pubblicazione del provvedimento nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e della sua entrata in vigore entro 24 mesi. Nel provvedimento è prevista una stretta che partirà dal censimento delle abitazioni destinate a locazioni di breve durata, con obblighi a carico dei proprietari.



NOVITÀ AFFITTI BREVI: MONITORAGGIO UE

L’intenzione dell’UE sembra essere quella di monitorare tutte le attività connesse agli affitti brevi, armonizzando l’impianto normativo a livello europeo. Il nuovo regolamento dell’Unione Europea infatti prevede che tutte le piattaforme di intermediazione, come Airbnb, debbano inviare il numero dei pernottamenti alle autorità degli Stati membri. Mentre i locatori saranno tenuti a registrarsi presso uno sportello unico nazionale per ottenere un codice identificativo (CIN).Tra le informazioni che i locatori dovranno comunicare, ci sono l’indirizzo, il numero di unità e di posti letto disponibili nell’unità immobiliare che intendono affittare.



Le autorità competenti avranno poi il potere di verificare la documentazione e le informazioni fornite dai locatori. Nel caso in cui fossero inesatte o incomplete, potranno chiedere al locatore di correggerle e, in caso di inadempimento, sospendere i numeri di registrazione e chiedere alle piattaforme online la rimozione degli annunci. Gli Stati membri dovranno inoltre stabilire le sanzioni da applicare alle piattaforme in caso di violazione.

IL MALCONTENTO DI CONFEDILIZIA

Come riporta Libero tutti questi ‘diktat’ europei non piacciono a Confedilizia. Il presidente Giorgio Spaziani Testa ha infatti parlato di ‘approccio punitivo’ nei confronti dei proprietari di immobili che intendono monetizzare tramite gli affitti brevi. Le nuove previsioni, secondo Testa, andrebbero a scoraggiare l’utilizzo della proprietà privata immobiliare.

Ma c’è un altro aspetto su cui punta il dito Spaziani Testa: “È quello della proposta di direttiva contenente una previsione che da oltre un anno stiamo cercando di bloccare: quella che, contraddicendo decenni di legislazione tributaria, pretenderebbe di sottoporre a Iva anche le locazioni fra privati per il solo fatto che la transazione avvenga attraverso una piattaforma web. Il problema è che i nemici degli affitti brevi sono molti e rientrano in diverse “categorie”: in particolare, coloro che vogliono favorire gli albergatori e coloro che si illudono di attenuare i flussi turistici, entrambi spalleggiati da amministratori pubblici che scaricano sui proprietari privati le colpe delle loro incapacità e inefficienze. Si tratta di una sorta di “alleanza dirigista” che propone ricette vecchie e fallimentari.