Affitti brevi, dal 1 settembre partiranno le nuove regole per i proprietari di immobili ad uso transitorio e turistico. In base a quanto deciso dal Ministero, la prima novità, che era già stata annunciata nei mesi scorsi, sarà l’obbligo di Codice identificativo nazionale Cin, che dovrà essere presente in ogni annuncio pubblicato che pubblicizza la struttura. Sia nei canali tradizionali che online, su piattaforme dedicate come ad esempio Airbnb e Booking.com. Questo riguarderà non solo appartamenti e case turistiche, ma anche villaggi, campeggi, ostelli, residence e alberghi. Ma è stato pensato soprattutto per regolamentare il vasto mercato degli affittacamere privati e bed and breakfast gestiti direttamente dai proprietari.



Un fenomeno che negli ultimi anni è esploso arrivando ad un margine di crescita del 147% in più rispetto al 2013.  Il Cin era già stato utilizzato come identificativo da alcune regioni in via sperimentale, ora da settembre il sistema sarà esteso a livello nazionale per per uniformare tutti i codici. La registrazione sarà utile anche ai fini fiscali per facilitare i controlli da parte di Agenzia delle Entrate, e in seguito a violazioni accertate anche imporre sanzioni, che dovrebbero entrare in vigore a pieno regime a partire da gennaio 2025.



Affitti brevi, via dal 1 settembre all’obbligo Codice Identificativo Nazionale Cin

Da settembre tutte le strutture destinate agli affitti brevi turistici dovranno essere dotati di codice identificativo nazionale. Un numero univoco detto Cin, che sarà rilasciato previa iscrizione alla piattaforma ministeriale dedicata, attraverso una specifica procedura.  Conterrà tutti i dati utili ai fini fiscali per il riconoscimento della tipologia di immobile o di struttura ricettiva. Saranno quindi facilmente identificabili le informazioni su sicurezza, registrazioni catastali e di conseguenza anche per stabilire se c’è o no la conformità. Il Cin sugli affitti brevi dovrà essere riportato in ogni annuncio ed esposto chiaramente anche nei siti che si occupano di pubblicizzare gli appartamenti.



In seguito a controlli incrociati, effettuati anche dalla Guardia di Finanza per scovare gli affitti in nero, potranno partire le penali nel caso di irregolarità. Come ha stabilito il Ministero del Turismo infatti, sono previste multe per chi non indica il codice o non ha effettuato l’iscrizione. Il rischio è che venga applicata una sanzione che va da 5mila euro per omesso Cin nell’annuncio fino agli 8mila se il codice non è stato assegnato.