Qui si parla di città e di pulizia. Io – a Milano – per trovare una filippina che mi spolvera giusto un po’-qua-e-là a un costo ragionevole ho fatto una fatica mica da ridere. A Pesaro, sono stati più fortunati: senza cercare, hanno trovato una donna che spazza le vie della città di sua iniziativa, rende più belle le strade… gratis.
Già qui. Per me il binomio bello e gratis è qualcosa difficile da credere. E’ come trovarsi Patrick Dempsey in palestra seduto sul tappetino davanti al tuo; o Miles Davis con il suo divino sax in metropolitana.
Alla vicenda di Pesaro si aggiunge, poi, l’ingrediente “pulire”. L’idea che una donna possa pulire qualcosa che non è suo e senza compenso trascende la mia immaginazione. Quando chiedo a mia figlia di sistemare la sua camera, non la pago, ma devo impiegare fior di minacce: taglio a viveri, musica e wi-fi (è anche vero che la titanica bonifica di una stanza adolescente non ha paragoni).
Fatto sta che, ripresa da telecamere di sorveglianza, alla fine la quarantenne è stata rintracciata. Tutti curiosi di sapere chi fosse la virtuosa “Miss Italia della paletta”. La miss era giapponese (quindi asiatica come la mia filippina, ma diversamente costosa).
Questa tizia, cantante lirica, ha girato per la città, piegata in due come un origami a raccogliere cicche e cartacce che i concittadini facevano cadere a terra con zelo zen.
Per noi italiani, non proprio famosi per ordine e precisione, una doccia più fredda di un sashimi.
Certo, non siamo tutti uguali, né noi italiani, né loro giapponesi. Una rondine non fa primavera, e forse nemmeno un ciliegio rosa in fiore fa primavera… Però poi, noi si finisce sempre con lo scuotere la testa e – col dente affilato a spada samurai – sospirare sempre: “Eh, gli stranieri…”.