I talebani a capo dell’Afghanistan applicheranno in modo “rigoroso” la Sharia, ovvero la legge islamica. A darne annuncio, come riportato da Le Monde, è stato il portavoce del regime Zabihullah Mujahid, il quale ha affermato che il Mullah Akhundzada ha dato ai giudici di tutto il paese l’ordine vincolante avente forza di legge.



Ciò significa che tra le pene torneranno le esecuzioni pubbliche, le lapidazioni e l’amputazione degli arti. I reati ritenuti più gravi e dunque punibili con punizioni corporali ci sono l’adulterio o la sua falsa denuncia, il consumo di alcol, il furto, il seditismo, l’apostasia o la ribellione. Queste pratiche finora non sembrano ancora aver avuto luogo su tutto il territorio, ma i timori è che possano espandersi in breve termine. Il Governo, al suo insediamento, aveva infatti assicurato che non ci sarebbe stato un ritorno massiccio alle norme medievali e brutali che erano in vigore quando hanno governato il Paese tra il 1996 e il 2001.



Afghanistan, “applicazione rigorosa della Sharia”: la situazione delle donne

A subire l’applicazione rigorosa della Sharia in Afghanistan sono soprattutto le donne, sempre più escluse dalla vita pubblica. Non possono più andare a scuola né frequentare mezzi pubblici che non abbiano la separazione con gli uomini. Inoltre, devono obbligatoriamente indossare l’hijab ovunque.

All’inizio di novembre i talebani hanno deciso di vietare loro l’accesso a parchi, giardini, palazzetti dello sport e bagni pubblici. “Le palestre sono chiuse alle donne perché i loro allenatori erano uomini e alcuni erano misti”, ha spiegato il Ministero per la Promozione delle Virtù e la Prevenzione del Vizio. Per i parchi, ha aggiunto, “negli ultimi quattordici mesi abbiamo cercato di creare un ambiente conforme alla Sharia e alla nostra cultura, ma non sempre le regole”. E, sui bagni, ha concluso: “In realtà ogni casa ha un bagno, quindi è non è un problema per le donne”.