Il disastro politico, militare e umano in corso nella funesta estate dell’Afghanistan potrebbe essere solo all’inizio: secondo quanto racconta oggi a “La Stampa” l’esperto islamologo Gilles Kepel, l’influenza americana sulla geopolitica mondiale è ormai morta e la nuova stenta a nascere. «Tocca all’Europa impugnare la crisi, oppure prevarrà la Cina», sottolinea l’esperto in allarme per quanto sta avvenendo a Kabul dopo il ritorno dei talebani al potere.



Il rischio di nuovi attentati futuri è probabile anche se non certo, ma quanto avvenuto con Al Qaeda in passato potrebbe riproporsi con quanto rimane dell’Isis: «È la scena però che è cambiata: siamo nel jihadismo d’atmosfera e per compiere un attentato non serve più la rete di al Qaeda o Isis, basta avere imprenditori di collera che additino online i nemici dell’islam. In questo quadro la vittoria taleban è la vittoria della jihad contro l’America», spiega ancora Kepel a “La Stampa”.



KABUL E IL PERICOLO PER L’EUROPA

L’ordine geopolitico mondiale è mutato in pochissimi giorni, anche se non possiamo certo pensare che sia stato tutto “improvvisato” con l’arrivo dei talebani a Kabul: il problema più grande, come sottolinea l’esperto studioso di questioni islamiche, è che per la gran parte del Medio Oriente l’Occidente «non fa più paura» e anzi «obbedire a Washington è superfluo perché quanto si otteneva finora dall’America si ottiene dalla Cina». La caduta di Kabul, osserva Kepel, ha cambiato tutto e le conseguenze gravano ora sulla Nato: «chi protegge l’Europa se dentro la Nato la Turchia flirta con i taleban? Bisogna costruire una difesa comune europea, mettendoci i soldi che Germania e Italia riluttano a mettere. Protetti solo sotto l’ombrello americano, quando l’ombrello si chiude siamo morti». Più ancora che potenziali “ospitate” a cellule terroristiche dello Stato Islamico, il nuovo potere sunnita talebano in Afghanistan rischia di essere assai più pericoloso per l’Occidente se dovesse allearsi con Pechino: «Dare asilo al terrorismo internazionale di Isis può essere un’opzione, ma per ora ai talebani non serve. Per colpire l’occidente è più interessante allearsi con la Cina», conclude Kepel.

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