Afghanistan, l‘Onu è stata costretta a sospendere tutte le attività di aiuto umanitario, dopo che i talebani hanno praticamente imposto all’organizzazione di “eliminare” tutte le donne afghane cooperanti ed impiegate nella missione.

Una decisione che è stata accolta dai vertici delle Nazioni Unite come “una tremenda costrizione“, che ha di fatto imposto una scelta tra smettere di aiutare la popolazione in difficoltà o restare ed accettare le regole dettate dai talebani.  Tutti gli addetti, circa 3.300 tra uomini e donne, ora sono stati richiamati, ed in attesa di nuove disposizioni resteranno fermi almeno fino al 5 maggio.



Questo periodo servirà per decidere in maniera definitiva una soluzione, e consultarsi con le autorità cercando di trovare un accordo.  La richiesta del regime talebano ha comportato anche una serie di reazioni da tutto l’occidente. Il divieto di far lavorare le donne nella missione non rispetterebbe le norme dello statuto delle Nazioni Unite, oltre che una  rappresentare una chiara violazione internazionale dei diritti umani. Il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha commentato dicendo “La questione è interna e non vuole creare problemi a nessuno, ma va rispettata“.



Afghanistan, sospese le attività ONU, situazione di grave emergenza per le donne

Il regime dei talebani ha progressivamente eliminato qualsiasi diritto sociale e civile per le donne nel paese. Questa di voler eliminare le cooperanti impiegate nella missione Onu, e da tutte le altre Ong infatti, non è che l’ultima mossa di un potere politico che ha imposto una dura linea religiosa che praticamente impedisce alle donne di partecipare a qualsiasi attività. Sono stati recentemente vietati anche i ristoranti all’aperto, per evitare di mescolare i due sessi in pubblico. Il portavoce dei talebani ha affermato che “i diritti delle donne in Afghanistan sono rispettati perfettamente in base alle norme islamiche“.



Allo stato attuale, secondo i principi imposti, le donne non possono ricevere istruzione non accedendo a scuole superiori ed università, non possono lavorare e non possono frequentare aree pubbliche e rischiano gravi violenze se escono di casa senza il velo islamico integrale, o indossato non correttamente. Quest’ultima decisione di limitare l’Onu potrebbe portare ulteriori conseguenze disastrose in un paese già segnato profondamente dalla crisi umanitaria, che con l’arrivo della stagione calda peggiorerà. Le operatrici Onu sono di fondamentale importanza per la distribuzione di aiuti e di sostegno nei confronti di altre donne, che altrimenti dai soli cooperanti uomini, per legge non potrebbero ricevere alcun tipo di cura.