Pasquale Annichino, celebre giurista, ha voluto dire la sua sul tema della caduta dell’Afghanistan nelle mani dei talebani e, per farlo, ha scelto le colonne del quotidiano “Domani”, con particolare riferimento all’edizione datata mercoledì 18 agosto 2021. Un’analisi profonda e dettagliata la sua, che prende il via da un quesito a cui fornisce risposta nel prosieguo della disamina: la crisi di Kabul è davvero il fallimento dell’Occidente, sconfitto dai talebani, o non è altro che la sua definitiva conferma?



Un interrogativo al quale prova a dare risposta attingendo dalle dichiarazioni rilasciate dal segretario di Stato americano, Anthony Blinken: “Restare in Afghanistan non è nel nostro interesse”. Di fatto, quanto asserito dal presidente Joe Biden nella sua ultima e recente conferenza stampa. Ecco allora che, sottolinea Annichino, “interesse e libertà sono le due parole chiave per comprendere quanto avviene in Afghanistan e la trasformazione del mondo occidentale per come lo abbiamo conosciuto”. La questione dell’interesse si risolve con una rapida equazione verbale: non ci interessa più, ergo ce ne andiamo (i costi non compensano i benefici). Il tema della libertà, invece, sorge di fronte agli orrori imposti dai conquistatori afghani alle loro vittime sacrificali, individuabili fra le minoranze e, soprattutto, nel genere femminile.



PASQUALE ANNICHINO: “PER ORA NON CI RESTA CHE IL CAOS”

Annichino, su “Domani”, ha aggiunto poi che nell’Occidente moderno la nozione di libertà si è fatta via via sempre più confusa, arrivando spesso a spezzare i legami sociali e i rapporti di solidarietà. Domenico Quirico, da lui menzionato, ha scritto su “La Stampa”: “Ma come si fa a non ruggire di fronte a una così sfacciata, volgare manifestazione di nichilismo interiore? Raramente si è visto qualcosa di più anchilosato, rabberciato, malfatto di questa vile ritirata, di più vanitoso, lercio e appunto interessato di questo tradimento”.



Pasquale Annichino sposa questo ragionamento e lo riassume con l’espressione “il trionfo dell’Occidente”, o, perlomeno, di quello che pensa che la volontà individuale possa immaginare mondi disancorati dai dati di realtà. “Lo voglio, dunque esiste – ha scritto l’autore –. Per ora non ci resta che il caos, che genererà un nuovo anello della galassia dei tagliagole”.