La valle del Panshir, ultimo fronte della resistenza del generale Ahmad Massoud, è sotto assedio dopo i continui attacchi da parte dei talebani. Dopo la conquista della regione da parte degli estremisti e l’immediata smentita dei ribelli, il Fronte di resistenza nazionale dell’Afghanistan ha rivolto un appello alla comunità internazionale, l’Onu e altre organizzazioni regionali e internazionali per fermare il genocidio in atto. La resistenza ha infatti denunciato i continui attacchi dei jihadisti che hanno preso di mira la popolazione della regione.



Secondo quanto riportato da una nota pubblicata dal Fronte di resistenza, gli attacchi dei talebani nelle ultime ore si sarebbero susseguiti su larga scala contro i civili. La regione è infatti sotto assedio dopo alcune perdite inflitte dai ribelli ai talebani, che di tutta risposta hanno messo in atto una “campagna continua di massacri di persone in tutta la provincia”. L’Unione Europea, tramite il portavoce del Servizio di azione esterna Peter Stano, ha espresso preoccupazioni per le notizie secondo cui “i talebani non rispettano gli obblighi internazionali in materia di diritti umani” tra cui “il rispetto delle libertà fondamentali senza discriminazioni”.



Panshir: “Fermate governo illegale”. Il mondo si preoccupa

Nella giornata di ieri è balzato agli onori della cronaca l’annuncio da parte dei talebani della formazione del nuovo governo. Alla guida c’è il mullah Mohammad Hassan Akhund, mentre il co-fondatore talebano mullah Abdul Ghani Baradar è il suo vice. Nel governo ad interim prendono posto anche il mullah Yaqoob, figlio del mullah Omar, come ministro della Difesa e il mullah Abdul Salam Hanafi come secondo vice. Sarajuddin Haqqani, capo del gruppo militante noto come Haqqani Network, è stato scelto come ministro dell’Interno. Da parte della resistenza è arrivata subito risposta: “È illegale“.



La formazione del nuovo governo provvisorio in Afghanistan preoccupa e non poco gli altri paesi, che non intendono starsene con le mani in mano ad osservare. Per l’Ue “non sembra una formazione inclusiva e rappresentativa della ricca diversità etnica e religiosa dell’Afghanistan che speriamo di vedere e che i Talebani hanno promesso nelle ultime settimane”. Per gli Usa c’è preoccupazione per la nomina di alcuni ministri, ma il governo verrà giudicato per le  sue “azioni”.