“La Cina è il nostro principale partner, investirà in Afghanistan”. Sono parole del portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahod, che scoprono definitivamente le carte all’indomani della fuga americana. Mujahod ha poi aggiunto che “la Russia medierà con noi e per noi”. Comincia così a delinearsi il quadro del “nuovo” Afghanistan, in vista di un G20 dedicato proprio a questo e che pare però già partire con le gambe tagliate, dopo che Joe Biden ha fatto chiaramente capire di non essere interessato: “Nostri avversari strategici sono Russia e Cina”. Secondo Massimo Introvigne, sociologo, fondatore del Cesnur e del sito Bitter Winter, “Biden ha ragione, il pericolo oggi per gli Stati Uniti e il mondo occidentale non sono i paesi islamici, ma il blocco che si sta rinsaldando fra Russia e Cina, blocco simile a quello dei tempi di Stalin. Ma gli afghani non potranno contare su un grande aiuto da parte di una Cina oggi in grave difficoltà economica”. Piuttosto, ci ha detto ancora Introvigne, “l’Afghanistan verrà usato da Pechino come terra di addestramento terroristico da sfruttare in funzione anti-India, che alla fine è il vero paese che esce sconfitto dalla vittoria talebana”.



Sembra delinearsi quello che tutti prevedevano, un’alleanza sino-afghana. Non è quanto meno curioso che i talebani lascino entrare a casa loro un paese che perseguita i musulmani, quegli uiguri presenti proprio in Afghanistan?

In realtà gli uiguri in Afghanistan sono presenti meno di quello che si crede. Circa un anno fa furono arrestati dall’allora governo afghano dei falsi membri del fantomatico Esercito di liberazione dell’est Turkmenistan. In realtà erano agenti dei servizi segreti cinesi che stavano costituendo una cellula del tutto falsa. Uiguri in Afghanistan ce ne sono pochissimi e soprattutto le organizzazioni terroristiche che sono esistite una quindicina di anni fa e che collaboravano con i talebani oggi sono sostanzialmente sparite. Da una parte è una storia del passato abbastanza remoto, dall’altra è una montatura cinese: oggi il terrorismo uiguro non esiste.



Resta il fatto che almeno a casa sua la Cina applica una persecuzione spietata nei confronti dei musulmani.

Ricordiamo che i grandi alleati della Cina all’Onu sono il Pakistan e l’Arabia Saudita. Per i paesi islamici la realpolitik e i commerci con Pechino contano di più della solidarietà con i fratelli musulmani. Concordo piuttosto con altri analisti sul fatto che i toni trionfalistici cinesi dopo la vittoria talebana sono in gran parte propaganda anti-americana. L’Afghanistan per la Cina più che una risorsa è un problema.

Perché?

I talebani sono stati sostenuti in funzione anti-americana e adesso vogliono soldi, ma la Cina non è in un momento di grande spolvero economico. Dare soldi la metterebbe un po’ in difficoltà. L’Afghanistan, poi, è un paese instabile, che esporta instabilità nei paesi vicini, che sono già clienti cinesi come gli Stati dell’Asia centrale ex sovietica e lo stesso Pakistan.



Quindi?

È fuor di dubbio che il bonus ricevuto dalla Cina con la vittoria talebana sia dare fiato alla propaganda anti-americana, sottolineando che sono una tigre di carta che può essere sconfitta, argomento che stanno usando per spaventare Taiwan. Dall’altra, sperano che l’Afghanistan produca terroristi, ma terroristi anti-indiani da inviare nel Kashmir.

L’India entra dunque nel gioco di instabilità che si sta creando in Asia centrale?

Chi perde da quanto accaduto a Kabul è soprattutto l’India, che si trova circondata da paesi nemici come Cina, Pakistan e Afghanistan e con il rischio di terroristi che saranno addestrati, con la benedizione cinese, per operare proprio in funzione anti-indiana. A fronte di questo le promesse fatte ai talebani si traducono in un onere economico che in questo momento la Cina non è in condizioni di offrire come prima del Covid. Quando si cominciano ad accendere micce in paesi come l’Afghanistan, che da duecento anni è esportatore di instabilità, non si sa dove si va a finire.

L’India però è alleata degli Usa e Biden ha detto che i suoi nemici sono Russia e Cina. Questo pone fine del tutto al capitolo Afghanistan?

Biden correttamente identifica la Cina come l’avversario strategico, non è il mondo islamico il nemico dell’America. Si può discutere se in una chiave di contenimento dell’espansionismo cinese l’abbandono senza condizioni dell’Afghanistan sia stato un buona mossa, ma la Cina sempre di più si sta riavvicinando alla Russia come ai tempi di Stalin. Si sta ricreando il blocco Cina-Russia, che è avversario degli Usa e del mondo occidentale.

(Paolo Vites) 

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