Centinaia di persone, per la maggior parte giovani e donne, sono scese in strada a Kabul per protestare contro i Talebani. Cori di protesta contro il Pakistan, considerato lo sponsor straniero che ha offerto supporto militare consentendo agli studenti coranici di prendere il potere in Afghanistan, si accompagnano a slogan in favore del Panjshir, l’ultima sacca di resistenza che ancora non può dirsi sotto il pieno controllo talebano. Era stato proprio il leader del Fronte Nazionale di Resistenza, Ahmad Massoud, figlio dell’eroe nazionale Ahmad ‘Shah’ Massoud ucciso vent’anni fa in un attentato ordito da Al Qaida e Talebani, a rivolgere un accorato appello al popolo afgano affinché si ribellasse al regime in tutte le forme possibili: imbracciando le armi, com’è successo in queste ore nel distretto di Andarab, oppure protestando in strada, come sta avvenendo in molte città del Paese.
AFGHANISTAN, PROTESTE A KABUL CONTRO TALEBANI E PAKISTAN
Gli occhi della comunità internazionale sono puntati in questo momento su Kabul, dove la protesta a favore della libertà del Panjshir e contro il regime talebano sta riscaldando non poco gli animi nelle vie della capitale. Compreso che la manifestazione stava montando sempre di più, di minuto in minuto, i Talebani a bordo dei loro pick-up si sono portati sui luoghi delle proteste. Subito hanno iniziato a sparare in aria con l’obiettivo di diradare la folla. I colpi avrebbero colpito anche diverse abitazioni, mentre non si esclude che alcuni proiettili abbiano colpito gli stessi manifestanti. Nel frattempo dal Qatar il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, ha confermato che i dialoghi tra gli USA e i Talebani proseguono per assicurare la possibilità di fare rientro negli States ai “circa 100 cittadini americani” che non sono riusciti a sfruttare il ponte aereo prima del ritiro definitivo delle truppe a stelle e strisce dal Paese centro-asiatico.