Dopo giorni di attesa e trattative, i Talebani hanno annunciato i primi nomi del governo ad interim dell’Afghanistan. Il portavoce degli studenti coranici, Zabihullah Mujahid, ha dichiarato che il primo ministro sarà il mullah Mohammad Hassan Akhund, già capo del Consiglio direttivo dei talebani, la Rahbari Shura. Il suo numero due sarà Abdul Ghani Baradar, tra i fondatori dei Talebani e negoziatore degli accordi di Doha con gli USA. Per dare la dimesione della “qualità” dell’esecutivo talebano bastano pochi esempi: il nuovo primo ministro rientra nella lista ONU di persone designate come “terroristi o associati a terroristi“. In passato il mullah Akhund fu consigliere politico del mullah Omar, sanguinario leader dei Talebani, nonché ministro degli Esteri e governatore di Kandahar negli anni del primo governo, tra il 1996 e il 2001.



NUOVO GOVERNO TALEBANI: BARADAR FIGURA CHIAVE

Anche il vicepremier del nuovo governo ad interim varato dai Talebani non è quello che si sarebbe soliti definire “uno stinco di santo“. Abdul Ghani Baradar ha combattuto i sovietici negli anni ’80 ed è considerato il genero del mullah Omar. A liberarlo sono stati gli americani nel 2018, poi ha negoziato con l’amministrazione Trump gli accordi di Doha. Baradar è un uomo chiave nella storia dei Talebani: fu decisivo nella vittoria militare del 1996 così come nell’attuale presa del potere. Nel 2010, all’epoca dell’arrestato a Karachi, in Pakistan, ricopriva il ruolo di capo militare dei talebani. Nonostante un esilio durato 20 anni, ha saputo preservare il suo ruolo apicale fino ad essere nominato capo dell’ufficio politico dei Talebani. Dal Qatar ha condotto i negoziati che hanno portato al ritiro delle truppe USA e NATO, nonché al fallimento delle trattative di pace con il governo afgano.



NUOVO GOVERNO TALEBANI: DENTRO IL FIGLIO DEL MULLAH OMAR

Altri elementi chiave del governo provvisorio annunciato dai Taliban sono Mawlawi Mohammad Yaqub, figlio del mullah Omar, nuovo ministro della Difesa, e Sirajuddin Haqqani nuovo ministro dell’Interno. Quest’ultimo, ricercato dall’FBI, è il figlio del fondatore della cosiddetta “rete Haqqani“, ritenuta terroristica da Washington e tra le più pericolose per le truppe Usa e Nato durante questi 20 anni di guerra. Nel nuovo organigramma spicca anche il ruolo del mullah Hibatullah Akhundzada: egli sarà la Guida suprema dell’Emirato islamico dei Talebani, una figura simile a quella dell’ayatollah iraniano Ali Khamenei. Akhundzada, ha detto il portavoce talebano, “guiderà i fedeli, darà la linea e sosterrà il governo“. Akhundzada è stato eletto leader dei Talebani nel maggio del 2016 in seguito all’uccisione in un raid di Usa in Pakistan del predecessore, il mullah Akhtar Mansour, salito a sua volta ai vertici del movimento nel 2015 per sostituire il mullah Omar.

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