L’Africa inneggia alla Russia dopo che Vladimir Putin ha annunciato che consegnerà migliaia di tonnellate di grano in modo gratuito ai Paesi più poveri nel corso di un incontro a San Pietroburgo con i leader del continente. La popolazione ha accolto con entusiasmo il dono, tanto che in strada  qualcuno sventola le bandiere bianco, blu e rosse e al tempo stesso invita gli occidentali ad andarsene a casa. Per Domenico Quirico si sta passando dalla Françafrique alla Russiafrique.



Il giornalista, sulle colonne de La Stampa, ha evidenziato come il successo di Vladimir Putin in Africa sia stato semplice. “La Russia non rappresenta una minaccia per la maggioranza degli africani, anzi è una carta utile da giocare contro gli occidentali che quotidianamente vogliono infliggere loro delle arroganti lezioni su economia, politica e cultura”. Né tantomeno, al continente, interessa della battaglia dell’Ucraina. “Noi occidentali abbiamo paura della Russia che ha aggredito Kiev, per questo l’aiutiamo. Gli africani no. La guerra non li indigna perché è collegata a valori, come la libertà degli Stati e il diritto internazionale, che ai loro danni sono stati violati innumerevoli volte proprio da coloro che oggi dichiarano di difenderli a tutti i costi”.



“Africa inneggia a Russia”, il parere di Quirico sul futuro del continente

Non è sorprendente dunque per l’esperto Domenico Quirico che l’Africa adesso inneggi alla Russia. È da considerare però che le conseguenze, in termini di equilibri internazionali, potrebbero col passare del tempo non essere indifferenti. “Così la propaganda russa può dire che la guerra in Ucraina non è che un capitolo dell’aggressione occidentale che tutto vuole dominare e possedere. Russia e Sud del mondo sarebbero ancora una volta uniti nella lotta all’esorbitante monopolio dell’Occidente”, ha scritto ancora il giornalista de La Stampa.



È da tenere a mente dunque che la vittoria di Vladimir Putin in questa battaglia sul terzo mondo è avvenuta su un campo di battaglia inedito. “La Russia ci ha sconfitti proprio dove pensavamo di essere padroni, nella comunicazione. Il braccio della Wagner sostiene media africani, pubblica manuali scolastici, sponsorizza festival cinematografici e concorsi di bellezza, finanzia giornali e giornalisti che diffondono le parole d’ordine della lotta contro l’imperialismo”. È un’offensiva a basso costo, ma che funziona.