Cina, Russia e Stati Uniti guardano all’Africa non soltanto per le sue risorse ma anche per i voti del continente alle Nazioni Unite. È l’analisi fornita dal quotidiano Domani, che sottolinea come l’importanza strategica dell’Africa riguarda anche il settore energetico, in particolare per la Cina. Ognuna di queste tre superpotenze mira a conservare i propri interessi in un continente che diventerà il più popoloso al mondo, ma anche altre potenze tengono gli occhi puntati sull’Africa: si tratta di Turchia, Corea, Arabia Saudita, Emirati, Iran, Israele, Egitto.



Per queste potenze, l’Africa è un territorio sul quale proiettarsi attraverso l’acquisizione di porti, basi militari e infrastrutture che possano avere uno scopo sia commerciale ma anche militare. La Cina ha aumentato notevolmente le proprie visite ufficiali nel 2022, per esempio in Etiopia, Benin, Gabon e Angola. Per quanto riguarda la Russia, il ministro degli Esteri Sergej Lavrov si è presentato di persona in Sudafrica, Angola, Eritrea, Congo-Brazzaville, Uganda, Etiopia, Mali e Mauritania. In particolare, con il Sudafrica Mosca ha organizzato manovre navali congiunte, mentre in Etiopia si trova la sede dell’Unione africana. Ulteriori visite sono attese in Tunisia, Marocco e Algeria. Gli Stati Uniti invece hanno operato in Senegal, Zambia e Sud Africa inviando in questi Paesi Janet Yellen, la segretaria del Tesoro.



Africa al centro degli interessi di Usa, Cina e Russia: e l’Europa?

Cina, Russia e Stati Uniti intendono conquistare i voti africani alle Nazioni Unite e negli altri consessi internazionali. Infatti l’Africa è il continente che può vantare più voti in assoluto e che si sta ritrovando al centro di un nuovo equilibrio in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. Ma dov’è l’Europa? Come analizza Domani, l’Unione Europea figura come il maggiore donatore nei confronti del continente africano, ma a livello politico non c’è ancora una linea d’azione decisa e comune. L’Italia sta lavorando per portare avanti il piano Mattei, che al momento è però limitato alla sola sfera energetica e guarda ai Paesi affacciati sul Mediterraneo, discutendo anche la possibilità di un piano sul contenimento dei migranti.



In Africa è presente il 65% delle terre coltivabili o produttrici di materie prime a livello globale. Il ruolo dell’Europa potrebbe configurarsi in quest’ambito, diffondendo tecnologie e conoscenze in modo da permettere al continente di produrre i beni alimentari che attualmente importa per un valore di 75 miliardi di dollari l’anno. Intervenire nel settore agroalimentare, inoltre, potrebbe invertire la tendenza, già in corso, dello svuotamento delle campagna in favore delle città, dove la popolazione più giovane cerca un futuro migliore. Ma privo di sicurezza alimentare.