Afrigen Biologics annuncia il grande progetto per il primo vaccino africano a mRna. L’amministratore delegato della start-up sudafricana ha rivelato, infatti, che a metà luglio verrà presa una decisione in merito ai partner per la produzione del vaccino. La società era stata scelta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per un progetto pilota. L’obiettivo è quello di fornire ai paesi poveri e a quelli a medio reddito il know-how e le licenze per produrre i vaccini anti Covid. Non a caso il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha parlato di passo storico dopo l’annuncio della Afrigen Biologics. Grazie ad un “tech transfer hub” le aziende africane, come riportato da Reuters, potranno produrre vaccini a mRna come Pfizer e Moderna. Il primo step è inviare gli scienziati negli Stati Uniti e in Europa per la formazione presso partner selezionati. Questo team a sua volta addestrerà gli scienziati della Biovac e gli altri in tutta l’Africa.
L’auspicio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è che i produttori dei due vaccini rivelatisi altamente efficaci Moderna e Pfizer-BioNTech si uniscano al consorzio in modo tale che gli impianti sudafricani possano arrivare alla produzione in soli 9 mesi.
VERSO PRIMO VACCINO COVID AFRICANO: IL PROGETTO
Questo progetto potrebbe aiutare a ridurre il grande divario tra paesi ricchi e poveri nella disponibilità di vaccini Covid a mRna. La struttura di Afrigen Biologics sarà in grado di produrre fino a 10mila fiale al giorno di vaccini, ma si è associata al produttore locale Biovac per produrre da 30 a 50 milioni di dosi all’anno da distribuire a tutta l’Africa. I partner di ricerca includono le principali università sudafricane e il laboratorio di sorveglianza genomica locale KRISP, quello che ha aiutato a rilevare la variante Beta che ha provocato la terza ondata di infezioni locali. «Il modo più rapido per raggiungere il nostro obiettivo, quello cioè di avere una capacità di produzione importante di vaccini, è puntare su uno già autorizzato. Ma siamo aperti a piattaforme diverse», ha dichiarato Petro Terblanche di Afrigen a Reuters. Riguardo il problema della conservazione dei vaccini a mRna, la cosiddetta catena del freddo, Afrigen starebbe puntando alla tacnologia sviluppata per rendere questi vaccini “termostabili”, quindi conservabili a temperature comprese tra 2 e 8 gradi.