Aspromonte – La città degli ultimi: come il paesino di Africo ha ispirato la pellicola

Erroneamente si potrebbe pensare che le storie più ricche, dense e significative – dal punto di vista geografico-storico – possano riguardare solo le grandi città. La realtà del nostro Paese è invece ricca di località minuscole, quasi dimenticate dal mondo, ma che in realtà pullulano di cultura e di storie degne di essere raccontate. E’ questo il caso di Africo, un paesino che non arriva a quota 3mila abitanti e che è balzato al novero della cronaca per eventi non proprio felici nel 1951 con un’alluvione che ha quasi cancellato la storia di quei luoghi.



Il paesino di Africo – con la sua storia e fattezze – ha ispirato il film di Mimmo Calopresti: Aspromonte – La città degli ultimi. Al contempo, la pellicola è tratta dal romanzo di Pietro Criaco che racconta proprio le sorti della località calabrese. Negli anni ’50 la cittadina era forse ancor meno popolata di adesso, ma ciò che colpisce non sono le dimensioni o la densità abitativa. In quel contesto storico – come raccontano anche la pellicola e il libro sopracitati – mancava praticamente tutto ciò che la società in via di sviluppo aveva ormai considerato come certezze.



Africo, il paese protagonista in Aspromonte – La terra degli ultimi: dalle condizioni sociali all’alluvione

Negli anni ’50, ad Africo – paesino della Calabria – mancava praticamente tutto l’essenziale per una vita sana e semplice. A differenza della maggior parte del territorio italiano, presso la località calabrese mancava un sistema idrico efficiente, mancava la corrente e non vi erano le infrastrutture necessarie per impostare una società florida. Niente scuole, pochi medici, un contesto dove si poteva morire anche per niente; ad esempio di parto. Proprio una morte così atroce di una donna di Africo ha dato vita alla pellicola Aspromonte – La terra degli ultimi.



L’evento più significativo legato alla città di Africo è senza dubbio l’alluvione del 1951: come se non bastassero le condizioni già estreme dal punto di vista sociale, l’accanimento della natura fu brutale. Morirono diverse persone tra il 14 e il 18 ottobre di quell’anno a causa della calamità atmosferica; l’evento colpì tanto Africo quanto la località vicina di Casalnuovo. Intere famiglie vennero evacuate dopo aver praticamente perso tutto e con il paesino letteralmente devastato. Negli anni a seguire – tanto Africo quanto Casalnuovo – vennero parzialmente ricostruite ma in porzioni geografiche differenti rispetto alla storica collocazione antecedente all’alluvione.