Bell’intervista da parte di Catholic News Agency a Wilton Gregory, arcivescovo di Washington, primo cardinale afroamericano della Chiesa Cattolica. E’ stato onorato in un seminario statunitense a Roma ricevendo il Premio del Rettore lo scorso 11 aprile, precisamente presso il Pontificio Collegio Nord Americano, dove vi si trovano seminaristi provenienti da 99 diocesi degli Stati Uniti, che studiano per il sacerdozio a Roma.



Wilton Gregory, parlando con la CNA, ha ricordato come nell’ottocento gli afroamericani che avevano la vocazione al sacerdozio venivano mandati a studiare a Roma e poi come missionari in Africa in quanto non potevano entrare nei seminari americani. “Essere a Roma mi ricorda anche che Roma è il luogo che ha fornito un’educazione e una formazione in seminario ad Augustus Tolton, il primo prete afroamericano a servire apertamente negli Stati Uniti”, le sue parole. Tolton “Venne a Roma perché Roma… era disposta ad accoglierlo come seminarista quando nessun altro seminario negli Stati Uniti lo avrebbe accettato”.



CARD. GREGORY: “IL CADO DI AUGUSTUS TOLTON…”

Il riferimento è al venerabile Augustus Tolton, ex schiavo poi prete cattolico che sta per diventare santo. Studiò a Roma, non distante da Piazza di Spagna, presso la Pontificia Università Urbaniana gestita dalla Congregazione vaticana per la Propagazione della Fede, dal 1880 al 1886, quando fu ordinato sacerdote nell’Arcibasilica di San Giovanni in Laterano. Il 25 aprile del 1886 celebrò la sua prima messa nella Basilica di San Pietro e 134 anni dopo Papa Francesco lo ha nominato Gregorio in una cerimonia che si è tenuta nella stessa basilica nel 2020.



“So che l’onore che mi è stato conferito da Papa Francesco poggiava solidamente sulla fede dei cattolici afroamericani”, ha detto ancora Gregory “Anche nei momenti in cui non siamo stati rispettati, compresi o onorati, siamo rimasti fedeli. E il fatto di poter godere dell’incarico, sapendo che si basa sulla qualità della bontà, della fede e della carità della comunità afroamericana, mi umilia profondamente”, ha proseguito il cardinale commosso.

CARD. GREGORY: “JOE BIDEN? LO RISPETTO MA…”

Gregory è a capo dell’arcidiocesi di Washington dal 2019, e ha parlato dei mesi che lo aspettano, in vista delle elezioni di novembre: “Viviamo in un momento molto divisivo, sia nella nostra vita politica negli Stati Uniti, ma a volte anche… nella nostra Chiesa. Negli Stati Uniti, stiamo lottando per cercare di essere un solo popolo, un popolo con uno scopo comune, un futuro comune. E a volte la retorica diventa così ostile e così al vetriolo che ci porta a fare un passo indietro e dire: ‘Questa è davvero la nazione che è la terra dei liberi e la casa dei coraggiosi?’”.

E su Joe Biden: “Rispetto il presidente. Credo che sia un sincero uomo di fede, lo credo davvero. Vorrei solo chiedergli di trovare in qualche modo un modo per consentire alle sue convinzioni religiose personali di entrare nel forum pubblico”, ha detto Gregory. Chiusura sull’Eucarestia: “La presenza eucaristica è un dono di indiscutibile importanza. Ma è anche una sfida che noi che pranziamo con Cristo dobbiamo vivere come lui e avere gli stessi valori che ha espresso nei Vangeli come sua eredità di fede e di amore”.