Il professor Giorgio Agamben, filosofo e accademico italiano, ha parlato quest’oggi in collegamento video in audizione al Senato sul decreto legge 2394, quello riguardante l’estensione del green pass obbligatorio a tutti i lavoratori, misura che diverrà effettiva fra poco più di una settimana, il 15 ottobre prossimo. “C’è un’evidente contraddittorietà nel decreto in questione – esordisce Agamben – il governo, con l’apposito Dl numero 44 del 2021, detto scudo penale, si è esentato da ogni responsabilità per i danni prodotti dal vaccino e quanto gravi possono essere questi danni risulta dal fatto che all’interno del decreto ci si riferisca ad articoli del codice penale riguardanti l’omicidio colposo e le lesioni colpose”.



“Ciò significa – ha precisato Agamben – che lo stato non si sente di assumere la responsabilità per un vaccino che non ha terminato la sua parte di sperimentazione e cerca di costringere con ogni mezzo i cittadini a vaccinarsi escludendoli dalla vita sociale ed ora privandoli anche dalla possibilità di lavorare. E’ possibile immaginare una situazione giuridicamente moralmente più abnorme? Lo stato accusa di irresponsabilità chi sceglie di non vaccinarsi quando è lo stesso stato che declina ogni responsabilità in merito alle possibili gravi conseguenze (articolo 589 e 590 morte e lesione). A mio avviso configura una vera e propria mostruosità giuridica”. Agamben ha poi parlato del problema “politico” del green pass: “E’ stato detto che il green pass serve ad obbligare la gente a vaccinarsi io credo che si debba dire il contrario, il vaccino è un mezzo per costringere la gente ad avere il green pass, dispositivo che permette di controllare e tracciare come mai fatto prima. Si è arrivati al modello delle società di controllo digitale e virtualmente illimitato dei comportamenti individuali. ci stiamo abituando a questi dispositivi di controllo ma fino a che punto siamo disposti ad accettare che si spinga?”



AGAMBEN: “CITTADINI ITALIANI PEGGIO DI QUELLI SOVIETICI, IL PARLAMENTO…”

“E’ possibile – ha continuato Agamben – che cittadini che vivono in una società democratica si trovino in una situazione peggiore di quelli dell’Unione Sovietica di Stalin? I sovietici erano obbligati ad avere un lasciapassare per spostarsi da un paese all’altro, noi siamo obbligati ad avere un green pass per andare al cinema, al ristorante e ora ancora più grave per andare a lavorare. Come si possa accettare per la prima volta in Italia dopo le leggi razziali fasciste, che si creino cittadini di seconda classe che subiscono restrizioni che sono identiche a quelle che subirono i non ariani: ma almeno loro potevano circolare”.



“Tutto fa pensare – ha continuato il filosofo – che i decreti legge vadano inquadrati in un processo di trasformazione delle istituzioni e dei paradigmi di governo, trasformazione che avviene senza cambiare il testo della costituzione, quindi surrettiziamente: vengono cancellate le democrazie parlamentari”. Quindi Agamben ha concluso il suo intervento in senato dicendo: “Sicurezza ed emergenza non sono fenomeni transitori ma rappresentano la nuova forma di governabilità. Serve soffermarsi sulla situazione politica in corso e non solo sulla salute, alla lunga è destinata a svuotare il parlamento dai suoi poteri, riducendolo, come sta avvenendo ora, ad approvare solo decreti in nome sulla biosicurezza, decreti emanati da persone che con il parlamento hanno ben poco a che fare”.