Rosario Palermo ha parlato per oltre due ore nell’aula della Corte d’Assise di Catania, dove da ottobre si tiene il processo per l’omicidio di Agata Scuto. L’imputato è accusato di aver ucciso la 22enne invalida di Acireale, scomparsa il 4 giugno 2012 e il cui cadavere non è mai stato ritrovato. L’uomo, all’epoca dei fatti compagno della madre della vittima, l’avrebbe uccisa perché la ragazza sarebbe stata incinta di un figlio suo e poi avrebbe occultato il corpo. Questa l’ipotesi dell’accusa in base alla testimonianza della madre Mariella, a cui Agata avrebbe confidato di non avere più il ciclo mestruale, e da una frase scritta sul diario (“Mamma cornuta“). Rosario Palermo, che continua a professarsi innocente, stando a quanto riportato da MeridioNews, a sorpresa ha deciso di sottoporsi all’interrogatorio davanti alle telecamere e ai microfoni di “Un giorno in pretura” e “Chi l’ha visto?“, sebbene il legale poco prima avrebbe espresso di essere contrario.
L’uomo ha raccontato di aver avuto otto figli da molte donne diverse, due delle quali anche sorelle tra loro. Tra le sue relazioni sentimentali quella appunto con Mariella, iniziata nel 2008. «Andavamo d’accordo, io le volevo bene, e anche con i suoi figli pensavo di andare d’accordo. Li ho aiutati economicamente, ma loro erano traditori e maleducati e non volevano lavorare». Invece, su Agata Scuto ha dichiarato: «Per me era come una figlia, una bambina. A volte si confidava con me del fatto che i fratelli la maltrattavano». Ha raccontato di molti messaggi e chiamate quotidiane che riceveva dalla ragazza, scambi che sono al centro di un’intercettazione. Palermo, infatti, a Sebastiano Cannavò, amico imputato in un processo connesso per favoreggiamento, confidò: «Se trovano il telefonino mi arrestano». Ma l’imputato a tal proposito ha chiarito che i suoi timori erano legati al fatto che sapeva «che quelle parole potevano essere pericolose. Avevo paura che potessero incolpare me».
IL GIORNO DELLA SCOMPARSA DI AGATA SCUTO
Rosario Palermo ha ricostruito anche un episodio in camera da letto. Agata Scuto una sera sarebbe entrata nel suo letto, mentre lui era sdraiato sotto il lenzuolo. «Lei si è seduta accanto ai miei piedi. Quando le ho chiesto cosa stesse facendo mi ha risposto: “Ti sto facendo compagnia”». Quando l’ha invitata ad andare via, la ragazza avrebbe rifiutato. Di quell’episodio avrebbe parlato con la compagna. Sarebbe accaduto altre volte, nonostante i suoi rimproveri. In merito al giorno della scomparsa della 22enne, l’imputato ha spiegato che era nella zona di Scordia, in provincia di Catania, a cercare lumache con Michele Bella. L’amico, sentito come testimone a processo, ha però smentito questa ricostruzione, spiegando di aver conosciuto l’uomo solo due anni dopo i fatti e che lui gli avrebbe chiesto di confermare la sua versione per crearsi un alibi. «È un imbroglione», la replica di Rosario Palermo, che sostiene di aver saputo della scomparsa da Gianluca Scuto, uno dei fratelli di Agata. In una delle telefonate intercorse gli avrebbero detto «che se ne era fuggita con un 24enne rumeno e che si trovava dalle parti di Messina». Stando a quanto riportato da MeridioNews, l’imputato ha riferito che otto giorni dopo la scomparsa, ha rivisto Agata Scuto in stazione con un ragazzo biondo con gli occhi chiari, senza però fermarsi per raggiungerla. «Ero in macchina e non sono sceso perché c’erano altre macchine. Ho detto solo “Agata, vai a casa che tua mamma piange”. Ho rifatto il giro ma non c’era più. Poi siamo tornati con Mariella, ma niente».
LE INDAGINI DEPISTATE “NON VOLEVO FARMI DARE COLPE”
Nell’interrogatorio è stata affrontata anche la questione dell’intercettazione con la sua attuale compagna, Sonia Sangiorgi, che come una sua ex è indagata per favoreggiamento. «Io devo andare da una parte, lontano. Ma se passano i carabinieri, devi dire che me sono andato da poco», le disse. Qualche giorno dopo le disse che doveva andare a Randazzo: «L’importante è che arrivo a posare quel coso. Nella terra ce lo metto con le mie stesse mani. Sono stato un cretino, ci dovevo pensare prima ma domani rischio». Il rischio è legato al fatto che erano in vigore le zone rosse per il Covid, invece il “coso” sarebbe il tondino di metallo sporco di sangue ritrovato poi dagli inquirenti. «Ho pensato che avrebbero incolpato me, ma io non ho fatto niente». Dunque, Rosario Palermo ha ammesso, come riportato da MeridioNews, di aver depistato le indagini sulla scomparsa di Agata Scuto. «Cercavo solo di difendermi per non farmi dare colpe. La televisione ce l’aveva con me, la gente non mi guardava più in faccia e io mi vergognavo pure a uscire. Non ho fatto mai male a nessuno solo che ho la seconda elementare e se una parola la devo dire giusta, la dico sbagliata». Ci sono poi i due soliloqui in auto. «Abbiamo trovato la ragazza morta strangolata e bruciata in un casolare di Pachino. Ci facciamo l’autopsia. Ma ancora non mi hanno arrestato», ha detto in uno quando era indagato. In aula motiva ciò spiegando che era stressato al punto tale da parlare da solo. «Il giudice ti ha scagionato, ti ha liberato. Abbiamo trovato il cadavere nel casolare di Pachino. Abbiamo arrestato a Scuto Gianluca. Sei libero», ha detto nel secondo monologo. In questo caso ha parlato della paura che aveva, ribadendo di essere innocente.
L’IPOTESI DELLA GRAVIDANZA E LA RIVELAZIONE IN AULA
«Non ho mai avuto rapporti con Agata, la vedevo come una figlia. Se avessi avuto una relazione con lei, non avrei avuto problemi a viverla alla luce del sole. Perché io figli e mogli ne ho avuti tanti, ho avuto anche una figlia con una mia cognata, e non ho avuto mai problemi. Un figlio in più, un figlio in meno… Poi Agata era pure maggiorenne», ha aggiunto Rosario Palermo in aula. Conferma che l’allora compagna Mariella, madre della vittima, le aveva parlato del ritardo mestruale, ma di non aver approfondito la questione, anche perché escludeva una gravidanza. Invece, sulla scritta sul diario, che ha visto anche lui: «Non ho pensato niente perché la ragazza non c’era con la testa». Alla fine dell’udienza, Rosario Palermo, ha raccontato, come ricostruito da MeridioNews, di avere problemi alla prostata e di non potere avere più figli, sostenendo di avere delle certificazioni mediche, ma di non ricordare con precisione a che anni risalgano. Ma potrebbe essere una questione importante. La prossima udienza si terrà il 31 maggio.