L’Agenzia delle Entrate, specialmente nella sua sezione Riscossione, si trova a fare i conti con sempre più cartelle fiscali, con arretrati che superano di gran lunga gli atti eseguiti ogni anno e che stanno diventando un vero e proprio problema. Per questa ragione, da diversi mesi l’intento del governo sembra essere quello di puntare sulla prevenzione al fine di ridurre l’emissione di cartelle, rendendo meno conflittuale il rapporto tra Fisco e contribuenti.



I numeri dell’Agenzia delle Entrate, d’altronde, sono piuttosto impietosi (ovviamente non per colpa del sistema o del Fisco), con milioni di cartelle arretrate, in larghissima parte non più riscuotibili. Strettamente a livello numerico, le cartelle accumulate nel cosiddetto ‘magazzino di Equitalia’ sarebbero circa 163 milioni, per un valore stimato di oltre 1.200 miliardi di euro, secondo dati resi noti dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, durante l’evento Telefisco organizzato dal Sole 24 Ore. L’aspetto per certi versi peggiore di questo accumulo milionario di cartelle è che, secondo stime della stessa Agenzia, circa il 90% delle pratiche sono ormai diventate inesigibili.



Agenzia delle Entrate: “Dipendenti non bastano per tutte le cartelle arretrate”

Le ragioni per cui l’Agenzia delle Entrate non riesce e non riuscirà a riscuotere quel 90% di cartelle in magazzino sono molteplici, come il fatto che le imprese siano fallite o i debitori diventati nullatenenti (483 miliardi), il fallimento dei tentativi di recupero (502 miliardi) e la sospensione da parte di sentenze giudiziarie (100 miliardi). Dati alla mano, ne consegue che solamente 100 miliardi di quei 1.200 accumulati potranno essere recuperati, fermo restando che non vi è alcuna reale certezza della riuscita del recupero.



Ad aggravare ulteriormente la condizione in cui versa l’Agenzia delle Entrate con le cartelle accumulate c’è il numero di dipendenti, circa 7mila dei quali 4mila nella Riscossione. All’anno, infatti, l’agenzia emette tra i 10 e i 15 milioni di nuovi atti, con la conseguenza che per sbrogliare tutte le pratiche, ogni dipendente dovrebbe smaltire 3.750 cartelle all’anno, circa 14 al giorno (considerando 280 giorni lavorativi annuali), di poco inferiori alle 2 ogni ora (considerando 8 ore lavorative). Insomma, sicuramente per l’Agenzia delle Entrate il nuovo sistema preventivo potrebbe rappresentare una vera e propria svolta, unitamente anche all’eliminazione automatica delle cartelle emesse da più di 5 anni (quindi inesigibili) e all’aumento di personale, stimato a 1.500 assunzioni prima del 2026. Non è, tuttavia, detto che si rivelerà efficace, soprattutto a lungo termine e nel caso in cui, fortuitamente, passi il messaggio che basterà, per l’evasore, attendere 5 anni prima di vedersi completamente scagionato.