Ripartono i controlli del Fisco. L’Agenzia delle Entrate ha infatti stabilito che da luglio le informazioni trasmesse dalle banche per il credito di imposta sui costi del Pos degli esercenti possono essere utilizzate per i controlli fiscali. Il documento, che ha data 29 aprile, regola i «nuovi adempimenti da rispettare per poter fruire del credito di imposta» in favore di esercenti attività di impresa, arte e professioni. Questo credito di imposta ammonta al 30 per cento delle commissioni che sono addebitate per le transazioni col Pos, tra cui carte di credito, debito o prepagate, o per quelle transazioni effettuate con altri strumenti tracciabili. Ebbene, a partire da luglio gli operatori finanziari possono deviare all’Agenzia delle Entrate le comunicazioni per ottenere il rimborso parziale delle commissioni. Le comunicazioni da inviare al Fisco conterranno una serie di dati. Non solo il codice fiscale, ma anche anno e mese dell’addebito, numero complessivo delle operazioni di pagamento realizzate in quel lasso di tempo, numero di operazioni riconducibili a consumatori finali nello stesso periodo considerato. E così pure i costi fissi periodici.



AGENZIA DELLE ENTRATE, DA GIUGNO CARTELLE ESATTORIALI

I dati vengono quindi trasmessi all’Agenzia delle Entrate attraverso il Sistema di interscambio dati (Sid). Queste informazioni non vengono usare solo per verificare la spettanza del credito del 30 per cento, ma pure per attività di verifica e controllo, come per l’analisi del rischio di evasione, secondo quanto riportato da Il Giornale. Inoltre, dal 1° giugno 2020 ripartiranno i controlli ordinari fiscali per il 2020 e l’attività di comunicazione per 8,5 milioni di atti nei confronti dei contribuenti. I deputati di Fratelli d’Italia alla Camera hanno presentato un’interrogazione al Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri per far differire il termine attualmente previsto per l’attività svolta dall’Agenzia delle Entrate. Sulla vicenda è intervenuta anche Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. «Bar, ristoranti e negozi sono in grave difficoltà, 3 su 10 non riapriranno e un italiano su 2 ha paura di perdere il posto di lavoro. Come se non bastasse, dal 1 giugno sono in arrivo anche 8.5 milioni di cartelle dall’Agenzia delle Entrate a carico di famiglie e imprese. Il governo blocchi questa follia: gli italiani non sono un bancomat», ha scritto su Facebook.

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