L’Agenzia delle Entrate da mesi ormai ha annunciato l’introduzione dell’algoritmo e dell’intelligenza artificiale per implementare i servizi di controllo, specialmente quelli legati all’evasione fiscale. Le nuove tecnologie infatti serviranno a gestire le banche dati e incrociare l’enorme mole di informazioni per permettere di scoprire irregolarità e non solo. L’AI verrà introdotta anche in altri settori della pubblica amministrazione e della riscossione, ma come ha affermato Ernesto Maria Ruffini: “Non diventerà un grande fratello del fisco“.
Il direttore delle Entrate infatti, in occasione dell’ultima edizione del Salone della Giustizia a Roma, ha dichiarato che, dietro la macchina e comunque prima di prendere ogni tipo di decisione in merito agli atti, ci sarà sempre una supervisione umana. Operatori che dovranno controllare l’operato dell’algoritmo permettendo così di limitare eventuali errori commessi in automatico. Lo stesso Ruffini ha poi parlato anche dell’andamento generale del settore, nel quale si rileva, grazie alle nuove riforme di eliminazione del gap fiscale, una minore litigiosità dei contribuenti e maggiore conciliazione nelle procedure amministrative, dimostrata dalla riduzione sostanziale dei ricorsi presentati.
Agenzia Entrate, Ruffini: “Abbiamo ridotto evasione Iva, ora è necessaria riforma regime sanzionatorio”
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini ha dichiarato al Sole 24 Ore, in occasione del Salone della Giustizia, che il trend generale del settore fiscale italiano sta mostrando un miglioramento sostanziale Dei processi amministrativi, degli atti ai quali sempre meno contribuenti si oppongono facendo ricorso, e di un buon livello di controllo dell’evasione, grazie ai nuovi strumenti tecnologici come l‘intelligenza artificiale. In particolare ottimi risultati per quanro riguarda l’evasione Iva, punto dolente da sempre del fisco italiano, e che grazie a nuove procedure come: la fatturazione elettronica e la dichiarazione precompilata si sta riducendo nettamente.
Un problema che però ancora resta da risolvere, è che il regime italiano resta sbilanciato dal punto di vista sanzionatorio. Per questo Ruffini sostiene che è necessaria una riforma: “Perché la sanzione deve avere un carattere afflittivo ma anche di deterrenza, ora le sanzioni sono invece legate troppo spesso a errori che si commettono, tanto che lo stesso legislatore ha disposto, quasi arrendendosi, che le sanzioni non devono essere applicate in caso di incertezza della norma; un sistema con circa 800 norme tributarie, praticamente un labirinto, è ovvio che merita una riforma“.