In Lombardia, all’ospedale Sacco di Milano, è nata l’Agenzia italiana per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive: una nuova arma contro l’avvento delle pandemie. La struttura, come riportato da Ansa, si inserisce a livello europeo nel nuovo progetto Hera (Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie) e contribuirà allo sviluppo di politiche comunitarie di risposta alle emergenze sanitarie.



Gli esperti che lavoreranno all’interno del centro si occuperanno di individuare nuove strategie terapeutiche e di vaccini, indagare sul buon utilizzo dei farmaci antibiotici e contrastare il problema dell’antibiotico-resistenza. Il campo di ricerca relativo alle malattie infettive, dopo la diffusione del Covid-19, ha dimostrato di avere bisogno sempre più di attenzione. È anche per questo motivo che la Regione ha già deciso di stanziare 85 milioni di euro per la causa. “La strategicità dell’Agenzia è emersa ancora di più dopo la pandemia e quindi sono ancora più felice che ha già avuto anche il ‘via libera’ del governo come progetto bandiera”, ha spiegato il governatore Attilio Fontana.



Agenzia italiana per prevenzione delle pandemie: cosa è e come sarà strutturata

L’Agenzia italiana per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, che si occuperà di contrastare l’avvento di nuove pandemie, sarà operativa dal 1° ottobre 2022. La struttura è già pronta: sarà articolata in sette settori e inizialmente conterà su un team di venti esperti. Essi si occuperanno, secondo quanto riportato da Ansa, della ricerca in ambito virologico, immunologico e clinico, nel tentativo di elaborare strumenti innovativi e sviluppare modelli matematici per il controllo e la gestione dell’andamento delle malattie infettive.



Ai vertici del centro ci saranno il Consiglio di amministrazione (5 componenti di cui 3 designati dalla Regione, uno dal ministero della Salute e uno dal ministero dell’Università); il direttore generale; il direttore scientifico e il Collegio sindacale. “È una struttura che va a rafforzare quella grande prevalenza che la Lombardia ha nelle scienze della vita ed è un ulteriore stimolo per ricercatori, virologi e immunologi”, ha concluso il presidente lombardo Attilio Fontana.