Ufficialmente chiuso il cerchio attorno al violento agguato ai danni dell’avvocato Piero Longo: non ci sarebbe stato alcun abuso da lui commesso ai danni di una giovane, per il cui procedimento la procura di Padova ha chiesto l’archiviazione. Lo riferisce Libero Quotidiano che ripercorre l’intera vicenda spiegando come a breve sarà chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di lesioni gravissime in concorso a carico di Luca Zanon, 49 anni, Silvia Maran, 47 anni, e di Rosanna C. di anni 31. L’avvocato Longo, ex senatore prima del Pdl e poi di Forza Italia, è stato legale storico di Silvio Berlusconi insieme a Niccolò Ghedini.



I fatti che avevano portato al procedimento culminato poi con la richiesta di archiviazione risalgono al 30 settembre dello scorso anno, nel centro storico di Padova dove abita l’avvocato penalista. Sono passate le 23.00 da pochi minuti quando i tre soggetti sopra citati citofono all’abitazione dell’avvocato incitandolo con parole violente a scendere. Solo poco dopo l’avvocato sarebbe sceso armato della sua pistola, una Smith & Wesson 38 Special. Per oltre 2 minuti l’uomo viene violentemente pestato con calci e pugni e non manca un tentativo di strangolamento. Il legale sviene e dopo aver ripreso i sensi spara per legittima difesa.



AGGUATO AVV. LONGO, CHIESTA ARCHIVIAZIONE PER PRESUNTI ABUSI

I tre indagati protagonisti dell’aggressione all’avvocato Longo forniscono una versione del tutto opposta a quella reale immortalata dalle telecamere, difendendosi ed asserendo di aver reagito per legittima difesa nel tentativo di disarmare Longo che li aveva spaventati. L’avvocato, portato in ospedale, se la cava con 40 giorni di prognosi e varie fratture multiple alle ossa della testa. Solo una volta chiuse le indagini il pm Roberto D’Angelo ha deciso di rinviare a giudizio Maran e Zanon, compagni anche nella vita, e con loro anche la 31enne che per il presunto abuso sessuale non ha mai presentato denuncia. Difeso proprio dal collega Ghedini, Longo aveva denunciato i due fidanzati per diffamazione dopo le loro dichiarazioni sui presunti abusi e per i quali l’ex senatore si è dichiarato del tutto estraneo. Come rammenta sempre LIbero, lo scorso novembre al Corriere Veneto la 31enne aveva smentito i presunti abusi dichiarando: “Non c’ è stata nessuna violenza e non sono stata io a denunciare l’ avvocato”, al punto da definire una delle toghe più famose d’Italia “come un padre”. Da dove deriva dunque l’agguato e la storia montata del presunto abuso?

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