Proseguono le indagini riguardo quanto accaduto a Torino lunedì scorso, quando durante un agguato un ragazzo ha colpito un suo coetaneo alla gamba con un machete in mezzo alla strada, per poi scappare a bordo di uno scooter guidato un complice. L’aggressore, poi, è stato identificato grazie ad un identikit fatto dalla vittima e dalla sua ragazza, e successivamente sottoposto all’udienza di convalida del fermo davanti alla gup Valentina Soria.
E proprio davanti alla gup, il conte Pietro Costanzia di Costigliole, ovvero il 23enne sottoposto a fermo per l’agguato con il machete a Torino, ha confessato le sue colpe in una dichiarazione resa spontaneamente, dopo aver negato il suo coinvolgimento in un primo momento. Il ragazzo, dicendosi dispiaciuto per l’accaduto, ha spiegato alla gup che “non volevo fargli del male“, ne tanto meno “ucciderlo”. Contestualmente, è stata fermata anche la ragazza 20enne del conte, Claudia Palin, che sottoposta ad interrogatorio per l’agguato con il machete, ha permesso di identificare il complice di Pietro Costanzia di Costigliole. Ieri sera, infatti, è finito anche in manette uno dei suoi fratelli, Rocco, che guidava lo scooter che ha permesso la fuga dopo l’aggressione.
Agguato con il machete a Torino: il movente ignoto, tra droga e donne
Ignoto, per ore, il movente che si cela dietro all’agguato con il machete a Torino, ma sicuramente il fermo dei tre indagati principali aiuterà a far luce sull’accaduto. Palin, infatti, a modo suo potrebbe c’entrare nell’accaduto, dato che in un primo momento di era supposto che Pietro Costanzia di Costigliole avesse colpito la sua vittima come rappresaglia per aver mandato dei messaggi hot alla sua ragazza.
Tuttavia, dietro all’agguato con il machete potrebbero nascondersi, ed è attualmente la pista maggiormente vagliata dagli inquirenti, ragioni legate allo spaccio. Pietro Costanzia di Costigliole, infatti, è piuttosto noto nel giro torinese degli stupefacenti, dopo essersi fatto conoscere (anche a soprattutto dalla polizia) a Barcellona e Madrid, con agganci anche nel milanese. Ad avvalorare questa tesi l’ingente quantità di droga, tra hashish e cocaina, ritrovata all’interno dell’albergo a Torino dove il conte e Palin si stavano nascondendo dopo l’agguato con il machete. Forse il conte e la sua vittima si contendevano un piccolo giro di droga, forse proprio in quel di Mirafiori dove è avvenuta l’aggressione.