Terrore ad Amsterdam per l’agguato al reporter olandese Peter de Vries, 64 anni, raggiunto da un proiettile alla testa nella serata di ieri, martedì 6 luglio 2021, al termine di un programma televisivo al quale partecipava abitualmente in qualità di opinionista. L’uomo, stando a quanto riportato dagli organi di stampa dei Paesi Bassi, si trovava sulla Lange Leidsedwarsstrat, quando si sono avvertiti distintamente quattro o cinque spari, in seguito ai quali il giornalista è caduto a terra, con il sangue che gli usciva dal capo. Immediata la corsa in ospedale, dove ora de Vries si trova in condizioni critiche.
Secondo quanto riferito a “Il Corriere della Sera” da Vincent Verweij, collega che lavora per il sito Crimesite, “siamo scioccati. Negli ultimi anni Peter aveva lasciato il giornalismo investigativo, ora lavora per uno studio di avvocati insieme al figlio. Recentemente, nel processo Marengo contro la Mocro Maffia, criminalità organizzata di nuova generazione che opera tra Olanda e Belgio, ha assunto l’incarico di consigliere di un pentito, Nabil Bakkali”.
AGGUATO PETER DE VRIES: TRE PERSONE ARRESTATE
Per l’agguato a Peter de Vries sono state arrestate dalla polizia olandese tre persone ritenute responsabili della sparatoria: due di esse sono state bloccate in autostrada, mentre tentavano la fuga a bordo di un’autovettura. La terza, invece, è stata rintracciata all’interno di un appartamento in città. Resta da chiarire il movente dell’aggressione, anche se, sottolinea “Il Corriere della Sera”, De Vries per lavoro ha seguito centinaia di casi ed è stato minacciato più volte dalla malavita, tanto che soltanto due anni fa su Twitter aveva reso noto di essere stato informato dalle autorità di essere finito nel mirino di un criminale latitante.
In ogni caso, la pista più concreta sembra essere proprio quella del processo contro la Mocro Maffia, come ha ribadito ulteriormente Verweij: “Nel 2019 il legale Derk Wiersum che difendeva Bakkali è stato ucciso insieme al fratello. È un po’ quello che è accaduto in Italia, precisamente a Napoli, nel 1980 con l’omicidio di Marcello Torre per ordine di Raffaele Cutolo”.