La battaglia legale che si sta consumando all’interno della famiglia Agnelli per l’eredità intriga anche Oltremanica, tanto che il Telegraph ha dedicato un articolo al «dramma della successione» che «sta facendo a pezzi la famiglia reale dell’automobilismo italiano». La vicenda riguarda la “guerra” scatenata dalla matriarca dei cosiddetti Kennedy d’Italia con i figli miliardari Elkann. Probabilmente intrigati dalle vicende della celebre serie tv Succession, i britannici si stanno quindi interessando a quest’altra lotta di potere tra miliardari che però vede protagonista l’Italia. Le preoccupazioni riguardano anche l’impatto di questa battaglia legale, visti anche gli interessi economici della famiglia nel Regno Unito, infatti a seconda degli esiti, questa faida familiare «potrebbe scuotere uno dei più grandi imperi multinazionali d’Europa». Le radici di quest’aspra disputa sull’eredità risalgono alla morte di Gianni Agnelli, «il titano dell’industria un tempo conosciuto come il re non ufficiale d’Italia».



All’epoca la Fiat era in un momento di grave difficoltà finanziaria, infatti le banche chiedevano la restituzione di prestiti per 3 miliardi di euro, mettendo a rischio il controllo della famiglia. Una serie di decessi hanno poi sconvolto la linea di successione, creando tensioni su chi avrebbe preso il comando. Alla fine, l’anno successivo, la famiglia giunse ad accordi che sono noti come “Patti di Ginevra“. Quindi, Margherita Agnelli de Pahlen, figlia di Gianni e unica figlia sopravvissuta, furono assegnati 1,2 miliardi di euro tra proprietà, opere d’arte e contanti, ma non azioni della holding al centro della rete Agnelli. Nel frattempo, John Elkann, il figlio maggiore di Margherita, prese le chiavi del regno, occupandosi delle attività commerciali. Un lavoro svolto in maniera ottimale, visto che all’epoca l’azienda aveva un valore di pochi miliardi di euro, mentre oggi è valutata oltre 10 miliardi di euro.



LA FAIDA FAMILIARE CHE SCUOTE LA FAMIGLIA AGNELLI

Ma ora Margherita Agnelli de Pahlen è in “guerra” con John Elkann e gli altri due figli avuti dal primo marito per rivedere gli accordi del 2004, sostenendo che lei e i suoi cinque figli nati dal secondo coniuge sono stati defraudati della loro legittima eredità. Secondo Elkann, spiega il Telegraph, la madre vuole mettere le mani su un’altra parte della fortuna che lui e altri hanno faticosamente ricostruito dopo la morte del nonno. Infatti, ha contribuito al rilancio dell’azienda tramite una serie di maxi fusioni, a partire da Stellantis, che è l’ottava casa automobilistica più grande del mondo, con marchi come Peugeot, Chrysler, Citroen e Jeep. Con gli accordi del 2004, la madre aveva accettato di cedere la sua quota del 37% al figlio Elkann per circa 103 milioni di euro, lasciandogli il 60%. Anche la madre Marella, nonna di Elkann, voleva cedere le sue quote, così Elkann ha preso il controllo del colosso Exor. Ma ora Margherita Agnelli de Pahlen vuole riesaminare il testamento del padre, sospettando che le sia stata nascosta l’intera entità dei suoi beni all’estero. Inoltre, dopo la morte della madre, avvenuta nel 2019, ha iniziato a sostenere che la dichiarazione della madre di essere residente in Svizzera fosse fittizia, minando così la base giuridica su cui erano stati stipulati i “Patti di Ginevra“.



“TENTATIVO DI CERCARE ALTRI VANTAGGI”

La visione degli Elkann sull’eredità Agnelli invece è completamente diversa. «Nel 2004 la signora De Pahlen ha firmato un patto successorio definitivo con la madre, entrambe residenti in Svizzera, fatto riconosciuto dalle autorità italiane», ha dichiarato una persona vicina agli Elkann al quotidiano britannico. «La residenza svizzera di Marella Agnelli è stata confermata dalle autorità svizzere al momento della sua morte, nel 2019. Il desiderio della signora De Pahlen di riaprire la questione è semplicemente un tentativo di cercare un ulteriore vantaggio finanziario ingiustificato e non ha alcun valore». Nessun commento, invece, dalla madre. Nelle prossime settimane i giudici di Torino dovrebbero emettere la loro decisione. In ogni caso, la leadership di John Elkann non è a rischio. «Nessuno nella famiglia è disposto a mettere in discussione la leadership di John Elkann», commenta il giornalista economico Paolo Griseri.