Agnese Piraino Leto, moglie di Paolo Borsellino, quel maledetto 19 luglio del 1992 in via d’Amelio non c’era. La vedova del magistrato assassinato da “Cosa nostra” è morta il 5 maggio del 2013 a 71 anni, dopo una lunga malattia. Questo non significa, però, che la donna abbia rinunciato al suo impegno antimafia, che la sua voglia di verità e giustizia sia stata meno forte, ad esempio, di quella di un’altra moglie “famosa”, quella Francesca Morvillo che insieme al marito Giovanni Falcone trovò la morte nella strage di Capaci. Grande riserbo, enorme dignità, coraggio: sono elementi che hanno sempre caratterizzato la vedova Borsellino dopo la morte del marito. Come quando, sentita dai magistrati di Caltanissetta per capire cosa accadde nelle 48 ore precedenti alla strage di via Mariano D’Amelio, raccontò:”Paolo aveva appreso qualche giorno prima che Cosa Nostra voleva ucciderlo“. Il coraggio di uno, Borsellino, condiviso dalla compagna di vita. Che per amore avrebbe voluto morire quel giorno insieme a lui, ma altrettanto per amore ha caricato sulle proprie spalle il fardello più pesante, l’eredità di un uomo che ha difeso lo Stato col suo corpo, e che per questo è stato ucciso.
AGNESE PIRAINO LETO, MOGLIE PAOLO BORSELLINO
Ma c’è un aneddoto emblematico del rapporto conflittuale vissuto da Agnese Piraino Leto al suo interno: quello tra una moglie che ama il marito e che per rispettarne gli intenti, condividerne gli impegni, dev’essere disposta persino ad accettarne la morte. E’ stata lei stessa a raccontarlo, ricordando come di fatto quel pomeriggio del 19 luglio anche lei potesse morire accanto a Paolo:”Quando sono venuti gli altri sei uomini della scorta è andato dalla sua mamma perché doveva accompagnarla dal medico. Ha baciato tutti, ha salutato tutti, come se stesse partendo. Lui aveva la borsa professionale, e da un po’ di giorni non se ne distaccava mai. Allora mi è venuto un momento di rabbia, quando gli ho detto: ‘Vengo con te’. E lui ‘No, io ho fretta’. Io: ‘Non devo chiudere nemmeno la casa, chiudo il cancello e vengo con te’. Lui continuava a darmi le spalle e a camminare verso l’uscita del viale, allora ho detto: ‘Con questa borsa che porti sempre con te sembri Giovanni Falcone’”. Un racconto da brividi, da pelle d’oca, quasi Borsellino, consapevole di ciò a cui stava andando incontro, avesse voluto sottrarre la moglie al suo destino.