Gli agricoltori e gli allevatori francesi si scagliano contro gli animalisti di L214, una associazione fondata nel 2008 dal gruppo d’azione “Stop Gavage” per l’abolizione del foie gras, un piatto tipico realizzato con il fegato di anatre o di oche fatte ingrassare tramite l’alimentazione forzata. Gli attivisti, come ricostruito da Le Figaro, sono sempre più presenti sui social network e le loro opinioni si stanno diffondendo a macchia d’olio, ma ciò non piace a coloro che lavorano nel settore.



La notorietà dell’associazione aumenta di anno in anno. L214 è da diverso tempo il rappresentante in Francia di una coalizione di organizzazioni che si battono contro l’allevamento in gabbia, la “Open Wing Alliance”, avviata negli Stati Uniti dalla “The Humane League” di Nick Cooney, imprenditore che ha creato un fondo di investimento focalizzato su aziende proteiche alternative. È per questo motivo che gli animalisti francesi accedono periodicamente a dei finanziamenti. I promotori stessi hanno rivelato che questi ultimi sono stati del valore di 1,4 milioni di dollari e che rappresentano soltanto l’8% delle loro disponibilità. Il resto consiste in donazioni.



Agricoltori e allevatori francesi contro gli animalisti di L214: la battaglia

Gli animalisti di L214, complici anche le ingenti disponibilità economiche, non intendono dunque in alcun modo interrompere la loro battaglia, ma in questo modo hanno raccolto l’odio di agricoltori e allevatori francesi. “Stiamo assistendo a una manovra molto organizzata, che mira ad aumentare in Europa normative sempre più corrosive sui nostri strumenti di produzione agricola e che ha già avuto l’effetto di indebolirli”, ha affermato Jacques Crolais, membro di Z’homnivores e direttore di un sindacato di allevatori di suini e bovini.



Le associazioni in questione hanno infatti portato a significativi avanzamenti legislativi grazie alle pressioni esercitate nei confronti della Commissione Europea. Ad esempio, con una petizione da 1,4 milioni di firme, hanno fatto sì che venga posto fine all’allevamento in gabbia entro il 2030. “Stanno attaccando la nostra sovranità alimentare, vogliono minare la nostra agricoltura”, ha aggiunto l’allevatore.